Siccità, l’aut aut di Bellacchi: “Senza San Piero in Campo la Valdorcia non produrrà più il suo ottimo vino”

“In Valdorcia la situazione è negativa e preoccupante. E se non ci sbrighiamo a mettere in ordine la struttura di San Piero in Campo e a renderla produttiva sinceramente non so se la zona avrà ancora la capacità di produrre un ottimo vino ed un ottimo olio”.

È l’aut aut di Fabio Bellacchi che ribadisce così l’importanza che ha la diga per l’area, soprattutto in questa fase storica segnata dalla siccità e dal grande caldo estivo.

Alla Valdorcia serve acqua: è il monito del presidente del Consorzio di Bonifica che ha osservato come sia sempre più arduo il lavoro per irrigare i territori della provincia.

Da qui la necessità di concludere il progetto di San Piero in Campo, un’opera che, secondo Bellacchi, è strategica sia per il Senese che per il Grossetano, visto che la sua acqua arriverà prima nell’Orcia e poi nell’Ombrone.

Per l’invaso il Consorzio di Bonifica sta conducendo ora le analisi per capire quale è la fattibilità del progetto. Finita poi questa parte bisognerà fare capire l’importanza del dossier all’Autorità di Bacino e quindi muoversi di concerto con la Regione per ottenere i fondi necessari a rendere attiva la diga.

Intanto, per affrontare l’effetto siccità, il Consorzio si è mosso per realizzare opere ed impianti di irrigazione a Sovicille, Gaiole in Chianti, Castelnuovo Berardenga e Radicofani.

Per Bellacchi la provincia di Siena non vive una situazione critica, come quella della scorsa estate,  anche se l’allerta resta alta.

“Non siamo ai livelli del 2022 – fa sapere -. Ma chiaramente si può vedere come alcune zone, dove l’irrigazione era stabile, come quelle vicine al Farma e alla Merse, non riescono più ad accedere allo stesso livello d’acqua”.

MC