Il fascino degli Etruschi a distanza di secoli influenza ancora oggi molte manifestazioni artistiche: la loro ‘riscoperta’ data dagli anni Venti e Trenta del secolo scorso, quando eccezionali scoperte gettarono una nuova luce sulle antiche genti che popolavano il centro Italia. Se ne parlerà venerdì 20 ottobre alle 18.00 al Santa Maria della Scala, che ospiterà la presentazione del volume di Mauro Pratesi, “Gioia degli Etruschi”, edito da Silvana Editoriale.
Alla presentazione prenderanno parte, insieme all’autore, Giacomo Baldini, direttore dei musei civici di Colle di Val d’Elsa e Anna Mazzanti, docente di storia dell’arte contemporanea del Politecnico di Milano; sarà inoltre presente all’incontro l’artista Linde Burkhardt, che nel 2018 ha realizzato la mostra “Dalle gioie degli Etruschi” al Santa Maria della Scala.
Mauro Pratesi ha dedicato al tema della riscoperta dell’arte etrusca nel decennio cruciale 1920-1930 numerosi sudi, a partire dalla tesi di laurea discussa con Carlo del Bravo, confluiti in saggi e articoli pubblicati nelle più importanti riviste scientifiche. Il volume raccoglie il frutto di un lavoro di approfondimenti pluridecennale, con una straordinaria ampiezza di documenti e di opere, che spaziano dalla storia dell’arte, all’archeologia, alla letteratura, al cinema, alla storia del costume e oltre. Nelle pagine di Pratesi sfilano davanti a noi i più importanti nomi dell’archeologia, Ranuccio Bianchi Bandinelli, Massimo Pallottino, accanto a quegli artisti che della corrente neoetrusca sono stati iniziatori e promotori, Arturo Martini, Marino Marini. Insieme a loro le pagine di pura evocazione di Cardarelli, Lawrence e Huxley: attraverso gli scritti e le opere Pratesi ci guida in un percorso che con straordinario acume critico illustra l’impatto sui contemporanei della scoperta dell’Apollo di Veio e la profonda influenza che segna reciprocamente, negli anni Venti del Novecento, mondo dell’archeologia e mondo delle arti.
L’incontro è organizzato dalla Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala in collaborazione con la Pinacoteca Nazionale e Museo Archeologico Nazionale di Siena.