“La tappa finale di un lungo percorso”, così l’assessore all’Urbanistica Francesco Michelotti ha commentato l’approvazione odierna del Piano operativo e la variante di aggiornamento del Piano strutturale.
La discussione in aula del Piano è stata aperta da un lungo discorso dello stesso Michelotti che ha parlato di una “sfida vinta”, perché “la città si potrà avvalere di uno strumento urbanistico innovativo, in grado di snellire la burocrazia, e, al contempo, capace di preservare la sua identità e tutelare la sua storia, rispettando sempre gli standard qualitativi che ci siamo imposti”, l’assessore ha inoltre ricordato che Siena “è il primo capoluogo toscano che approva il nuovo strumento urbanistico da quando è in vigore la legge regionale 65/2014” e che finora la Soprintendenza “non aveva espresso mai un parere favorevole su un piano urbanistico di un capoluogo toscano.
Michelotti è passato poi a illustrare i contenuti sottolineando come “impianto normativo del piano è stato sostanzialmente confermato rispetto all’adozione avvenuta nel maggio 2020”, anche se resta l’amaro in bocca per la bocciatura della previsione del parcheggio all’interno di Porta Romana “un progetto a cui tenevamo molto”, dice il titolare della delega all’Urbanistica.
Spazio alle novità di maggiore rilievo. “Quella per le Contrade-prosegue l’assessore-, proposta dall’Amministrazione e accolta dagli altri soggetti del tavolo, che prevede per gli immobili di proprietà, o le loro sedi, situati all’interno del centro storico, la possibilità di un ampliamento fino al 50% della superficie edificata, a prescindere dalla disciplina di intervento, purché compatibili con il contesto edilizio storico. Mentre nelle valli verdi del centro storico che, ricordiamo, hanno un vincolo di inedificabilità, le Contrade potranno realizzare manufatti per lo svolgimento delle loro attività, funzionali anche al mantenimento della vitalità e al miglioramento delle stesse aree verdi. Manufatti da realizzare con materiali leggeri e tecniche costruttive reversibili per uso occasionale. Il tutto naturalmente subordinato alla presentazione di un progetto unitario che abbiamo chiamato “progetto di contrada”.
Michelotti poi evidenzia quelle che per lui sono altre potenzialità contenute nell’atto: “faciliterà l’ampliamento degli spazi per attrezzature e servizi pubblici, come ad esempio per l’Azienda aspedaliera, senza più alcun limite di superficie o dimensionale. Nei mesi scorsi sono state necessarie ben due varianti per permettere ampliamenti di importanti reparti: pronto soccorso e risonanza magnetica, ma grazie al nuovo Piano, la struttura potrà liberamente ingrandirsi senza alcuna necessità di variante. Un enorme passo avanti, anche come sburocratizzazione, rispetto al vecchio Regolamento urbanistico”.
Il P.O per l’assessore si distingue per “aver previsto che tutti i nuovi interventi di trasformazione, le nuove costruzioni che interesseranno la nostra città, debbano essere sempre accompagnati da opere pubbliche; si crea quindi un parallelismo importante, con il diritto alla nuova costruzione, il privato avrà l’onere di realizzare un’opera pubblica a favore della collettività. Questa è la filosofia con la quale lo abbiamo voluto contraddistinguere. Uno strumento urbanistico che persegue sempre l’interesse pubblico anche nelle singole previsioni”
Dure le critiche dell’opposizione. Pierluigi Piccini evidenzia le “rettifiche apportate dalla Regione con l’abrogazione di 17 articoli” ed accusa l’amministrazione di avere “snobbato” le “criticità mostrate da cittadini, ordini professionali e da noi”. Pietro Staderini, Per Siena, ha fatto sapere che, al momento del voto, sarebbe uscito dalla sala del Capitano mentre il consigliere dem Alessandro Masi attacca: “Siamo di fronte ad una variante urbanistica proclamata come Piano, non ancora operativo, che prevede solo medio-grandi strutture di vendita e distribuzione, mettendo in fibrillazione il sistema della rete delle piccole attività; e il dimensionamento della nuova residenza ha superato di gran lunga il riuso e la rigenerazione, senza misure concrete per attrarre e mantenere nuova popolazione, senza risposte ai nuovi tempi e bisogni della Città, senza una strategia della crescita”.