Siena

Siena Calcio: Paolo Negro pronto a dare il proprio contributo nella nuova società

Ha fatto la storia della Lazio, vincendo lo scudetto nel 2000 da protagonista e divenendo il giocatore biancoceleste con più presenze nelle competizioni europee. Per i senesi, l’ex difensore della Lazio e della Robur, Paolo Negro, rappresenta un vero e proprio punto fermo. Dopo due anni, passati con gli armeni prima e con Montanari poi, Negro vuole continuare a dimostrare il proprio attaccamento ai colori bianconeri e si è reso disponibile a dare il proprio contributo anche a quella che, si spera, essere la nuova Robur di Giacomini.

La bandiera della Lazio aveva trascorso gli ultimi anni della carriera proprio con la maglia bianconera e dal 2021 ha ricoperto l’incarico di collaboratore e allenatore della prima squadra, per poi diventare guida tecnica della Primavera, con cui si è tolto importanti soddisfazioni.

“Quest’anno con Montanari è stato molto complicato purtroppo – commenta Negro -, ma devo dire che i miei ragazzi sono stati straordinari, anche perché hanno disputato un campionato contro tutti avversari più grandi di loro e se la sono cavata alla grande. Ci siamo dovuti fermare ai playoff, ma sono orgoglioso del percorso svolto con questi ragazzi e con il mio staff. Auguro a tutti loro un futuro roseo”.

Dopo che i tesserati dell’Acr Siena sono stati svincolati, mister Negro, non ha abbandonato la città ed ha stretto un forte rapporto con i senesi.

“Qui mi sento a casa – spiega Paolo Negro – e quest’anno, grazie allo storico speaker, Giacomo Muzzi, ho potuto vivere anche i quattro giorni di Palio da contradaiolo dell’Oca. Devo dire che è andata anche bene perché alla fine ho potuto godermi la festa nella festa, è stato molto emozionante. Mi sono immerso nella mentalità senese a tutto tondo e ho capito che se entri nella giusta maniera nelle loro realtà, queste persone ti danno l’anima. Per questo motivo ho deciso di rimanere e qual ora la Robur dovesse avere bisogno, non deve assolutamente esitare a chiamarmi, perché io ci sono, indipendentemente dalla categoria”.

Pietro Federici

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