“Le parole sono difficili per descrivere questo momento, questa emozione. Questo è stato il nostro Palio, ci hanno riconosciuto un Palio che abbiamo corso,fino alla fatica più estrema, perché con tutti gli operatori sentivamo il dovere di proteggere vite umane”. Parole piene d’orgoglio quelle con cui il direttore generale dell’azienda ospedaliera universitaria senese Valtere Giovannini ha commentato l’odierna consegna del Premio Mangia 2020 alla sanità senese. Al momento della consegna, davanti a tutta la Conchiglia di Piazza del Campo, Giovannini ha fatto con le dita la V, simbolo di vittoria. “E’stato un percorso lungo ma importantissimo sia per Siena, che per l’Area Vasta. Non ci siamo mai fatti trovare impreparati di fronte a questa avventura”, prosegue il direttore delle Scotte che poi avverte “non è ancora finita, il covid è ancora in agguato“. Ad essere d’accordo in tutto con Valtere Giovanni è anche il direttore generale della Asl sud est Antonio D’Urso: “Ho i brividi, la sensazione mia e dei rappresentanti dell’azienda è incredibile, questo ci fa vedere quanto Siena ha apprezzato il nostro sacrificio– esordisce così D’Urso -. Per la Sud Est e Siena buoni risultati, ma la guardia non deve essere abbassata, soprattutto con l’arrivo dei primi freddi”.
La cerimonia odierna è stata anche la prima fatta in Piazza del Campo, “un modo per fare partecipare anche i cittadini”, spiega il sindaco di Siena Luigi De Mossi, per il primo cittadino la scelta fatta dal Concistoro è stata “un segno di riconoscenza a medici, a infermieri, a tecnici, a tutto un personale che è stato capace di tenerci lontani dal coronavirus”, persone che hanno lavorato ” senza guardare allo stipendio, alle legittime scelte individuali e di carriera” ma lavorando invece ” con solidarietà e riconoscendosi negli occhi di chi era smarrito e si chiedeva se l’avere la febbere, se il non avere il gusto significasse avere la malattia”, dice De Mossi che poi aggiunge “dobbiamo ammirare uomini che si sono sacrificati senza che nessuno glielo chiedesse, seguendo una tradizione di assistenza che parte dal Santa Maria della Scala fino ad arrivare alla piccola città delle Scotte, questa è la tradizione della nostra sanità” , poi l’esortazione , ” questa eccellenza si deve mantenere, è una questione sociale. Pretenderemo che i medici senesi abbiamo i giusti riconoscimenti”.
Oggi però è stato anche il giorno per dare il giusto riconoscimento all’altra grande realtà del territorio: il volontariato. A Ezio Sabatini, in rappresentanza della Protezione Civile, e a Mauro Borghi in rappresentanza della Consulta provinciale del volontariato senese sono state consegnate le Medaglie di civica riconoscenza, a nome di tutte le associazioni e organizzazioni di volontariato della città, e di chi ha prestato servizio senza appartenere ad associazioni strutturate. “Quindicimila volontari in oltre 300 associazioni, abbiamo la grande ricchezza di uomini che di fronte al bisogno umano si mettono subito al lavoro”, sottolinea il vicesindaco di Siena Andrea Corsi. “Qui c’è una continuità ideale con la storia della città e con la nostra comunità- prosegue-. I volontari hanno sono legati da un filo invisible al nostro passato, quella che il Lorenzetti dipinse nell’Allegoria del Buon Governo”. Breve e commosso il messagio di Ezio Sabatini: ” da senese è un po’ come toccare il cielo con un dito, sono profondamente emozionato – conclude-. Voglio sottolineare che il premio al volontariato e alla sanità non snaturi la realtà del Mangia, ma anzi evidenzia quelle persone che hanno dato lustro a Siena in Italia e nel mondo”.
Marco Crimi