Siena unita” in un tripudio di bandiere e colori”, come diceva il grande giornalista senese Silvio Gigli, stavolta per affrontare tutti insieme la paura e il silenzio generati da questo difficile momento. Le strade della città sono deserte ma questo non ha spezzato l’animo di un popolo di diciassette famiglie e allora, dopo i canti dei contradaioli dell’Oca che hanno riempito l’atmosfera di queste ultime giornate di inverno, qualcuno ha deciso di fare una sua proposta al Rettore del Magistrato delle contrade Claudio Rossi.
“Egr. Rettore del Magistrato delle Contrade di Siena- si legge-,dopo la bella e commovente iniziativa di ieri sera da parte di alcuni contradaioli dell’Oca di cantare cori senesi dalle finestre, per ravvivare la nostra città , così sola e triste in questo momento difficile, e sentirci tutti uniti in un unico abbraccio, chiediamo il permesso che ognuno di noi possa esporre alla finestra la bandiera della propria Contrada, fino a quando potremo tornare a camminare per le vie della nostra bellissima e unica città ”.
Il cuore di Siena si fa sentire già a partire da ieri sera con i canti dalle finestre di Fontebranda, oppure, con l’iniziativa che da ieri sera sta facendo il giro dei social raccogliendo moltissime partecipazioni, cioè quella di affacciarsi domenica dalla finestra della propria casa e cantare tutti insieme l’inno di Siena.
Adesso c’è anche chi propone di esporre la bandiera della propria contrada fuori dalla finestra fino a quando non potremo tornare ad abbracciarci per strada.
Arriva però, tempestiva, la risposta del rettore del Magistrato delle Contrade Claudio Rossi, dicendo di non sapere niente e di non aver ricevuto ancora alcuna richiesta.
“Questa iniziativa è nata questa mattina, per quanto riguarda il Magistrato, non abbiamo ricevuto nessuna richiesta – fa sapere il rettore Claudio Rossi -. In questi giorni di ‘zona rossa’ anche il Magistrato delle Contrade ha rallentato il suo lavoro, verificheremo meglio questa richiesta”. “Non posso comunque prendere iniziativa di mia spontanea volontà – conclude Rossi – anche se la richiesta fosse vera, dovrò parlarne con i priori di tutte le diciassette contrade”.