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Siena: David Rossi “fu suicidio”. La Procura chiede l’archiviazione

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La Procura della Repubblica ha depositato richiesta di archiviazione sulla morte di David Rossi, capo della comunicazione di Banca Mps, morto il 6 marzo 2013, mentre è stato stralciato il procedimento per l’ipotesi di omissione di soccorso a carico di ignoti.

“Si è manifestata – si legge in uno stringato comunicato della procura a firma del Procuratore capo Salvatore Vitello -la necessità sulla base delle immagini video di approfondire gli accadimenti immediatamente successivi alla caduta avendo gli accertamenti medico legali rilevato che il Rossi non è deceduto immediatamente e che possibili soccorsi subito dopo la caduta, in base ale lesioni riscontrate , avrebbero forse, evitato il decesso”.

La Procura pare essere orientata sull’ipotesi di suicidio. “Dopo analisi accurate e un riesame di tutto il materiale raccolto anche nella precedente indagine si e addivenuti – scrive ancora la Procura – ad una nuova richiesta di archiviazione perché gli elementi raccolti, gli unici su cui ragionare sulle cause del decesso, conducono a ritenere ragionevole l’ipotesi del suicidio e altamente improbabile quella dell’omicidio”. Le parti hanno tempo 10 giorni per fare ricorso

 

Ore 11 – palazzo di giustizia: La notizia arriva in questo momento, direttamente dal palazzo di giustizia. La Procura chiede l’archiviazione per il caso David Rossi. È stata depositata  previo stralcio del procedimento per l’ ipotesi di omissione di soccorso a carico di ignoti

 

Si chiude così la vicenda che per quattro anni ha tenuto alta l’attenzione mediatica e del pubblico nei confronti della morte dell’ex capo della comunicazione di Banca monte dei Paschi di Siena, David Rossi.

 

ore 11.45 – la nota della Procura A chiarire i motivi è lo stesso Procuratore capo Salvatore Vitello, che attraverso una nota ufficiale specifica:

“A seguito di dichiarazioni a mezzo stampa che fanno riferimento al decesso di Davide Rossi si precisa che dopo la  riapertura della indagine  è stata avviata una ampia e meticolosa attività di accertamento prevalentemente impostata su investigazioni di natura tecnica,  eseguite dai consulenti tecnici d’ufficio nel contraddittorio con quelli di parte. I risultati della complessa attività sono stati rappresentati nelle relazioni depositate e messe a disposizione delle parti. Sono stati acquisiti gli elementi disponibili senza ricusare alcunché. Sembra ovvio evidenziare  che non è possibile acquisire ciò che non c’è e che certamente sarebbe stato interesse di tutti riscontrare. Appare altrettanto evidente che l’azione della Procura è stata guidata dal confronto con le parti,  nel solo ambito procedimentale,  non avendo alcun rilievo affermazioni generiche e talvolta gratuitamente offensive, rilasciate ad organi di informazione, perché fondate sulla assoluta ignoranza della vasta attività di ricerca svolta dall’Ufficio.
Dopo analisi accurate e un riesame di tutto il materiale raccolto, anche nella precedente indagine, si è addivenuti ad una nuova richiesta di archiviazione perché  gli elementi raccolti -gli unici su cui ragionare sulle cause del decesso – conducono a ritenere ragionevole l’ipotesi del suicidio e altamente improbabile quella dell’omicidio.
È stata perciò depositata richiesta di archiviazione previo stralcio del procedimento per l’ ipotesi di omissione di soccorso a carico di ignoti. Si è manifestata infatti la necessità, sulla base delle immagini video,  di approfondire gli accadimenti immediatamente successivi alla caduta avendo gli accertamenti medico – legali rilevato che il Rossi non è deceduto immediatamente e che possibili soccorsi subito dopo la caduta, in base alle lesioni riscontrate,  avrebbero, forse, evitato il decesso.
Nella richiesta di archiviazione si è cercato di dare risposte ai quesiti sollevati dalle parti con le quali si aprirà eventualmente il confronto davanti al giudice dell’indagine preliminare, anticipando fin d’ora la totale disponibilità della Procura a qualsiasi approfondimento utile e possibile”.

Cecilia Marzotti