Da quattro anni la Diocesi di Siena propone a educatori, insegnanti, catechisti e genitori, incontri di formazione e aggiornamento su temi educativi che hanno per destinatari gli adolescenti.Questo percorso ha un nome, che richiama in sé i suddetti destinatari, ma anche la connaturale dinamicità che accompagna ogni percorso educativo. Questo nome è Adolescenziamo
Quest’anno Adolescenziamo ha proposto alla riflessione di educatori, insegnanti e genitori, un tema basilare per ogni processo educativo: la comunicazione.Un tempo questa parola evocava un rapporto diretto tra due o più persone e richiamava alla mente la capacità di ascolto, di sintonia, di presenza, di fare spazio all’altro.
Oggi tutto questo deve essere coniugato con la necessità di imparare un nuovo linguaggio, quello dei nostri ragazzi, che vengono definiti con una parola ormai inflazionata: nativi digitali. Non porsi il problema del linguaggio in un processo educativo è infatti come abitare due mondi paralleli.
Su indicazione del nostro Vescovo, conoscitore attento dell’umanità a lui affidata, abbiamo iniziato questo percorso di conoscenza, invitando un esperto di tecnologie digitali, applicate al mondo dell’educazione, il professor Luca Paolini, insegnante di religione di una scuola media di Livorno.
E’ stato interessante scoprire neologismi, programmi, metodologie, che invece di essere sempre relegate in uno spazio negativo, possono diventare importanti risorse per stabilire un contatto efficace, a patto certo che investiamo parte del nostro tempo per impararle e saperle utilizzare, per trasmettere contenuti e orizzonti di senso alle nuove generazioni.Come giustamente ha sottolineato il professor Paolini la contrapposizione non può essere un approccio educativo vincente, mentre è vincente l’interesse e la passione per i ragazzi che necessariamente spinge a parlare la lingua che loro parlano.
E’ evidente che non tutto può ridursi e appiattirsi sul mondo virtuale, è necessario mantenere viva e sollecitare anche una sana connessione reale, fatta di presenza, di ascolto, di sguardi, di contatto, dove passano contenuti, emozioni, vissuti, che però devono necessariamente intrecciarsi con le modalità di vita dei ragazzi.
Del resto il processo educativo non può mai avere la caratteristica della staticità , si nutre per sua stessa natura di novità , di continua trasformazione, di necessaria attenzione alle persone che ci sono state affidate o che incontriamo sul nostro cammino, fosse anche per un attimo, attimo che, se vissuto con passione e presenza, è destinato a vestirsi di eternità .
Ed è proprio grazie a questa continua trasformazione che possiamo cogliere un altro aspetto positivo delle nuove tecnologie, in quanto queste ci spingono prepotentemente ad un continuo aggiornamento, conditio sine qua non per entrare in contatto con un mondo che altrimenti rischiamo di vederci sfuggire completamente.