“In 10 minuti sono arrivate più di 2mila richieste”, il primo dato numerico sulle richieste fatte per i contributi previsti nel Decreto Sostegni lo ha reso noto il viceministro dell’economia Laura Castelli su Twitter.
Da oggi, martedì 30 marzo, fino al 28 maggio si potrà presentare domanda per accedere a questa misura a fondo perduto. Le richieste dovranno essere inviate all’Agenzia delle Entrate. Il contributo arriverà sul conto corrente indicato o essere utilizzato come credito d’imposta in compensazione. Per accedere al sostegno ci sono due requisiti: nel 2019 bisogna aver conseguito ricavi o compensi non superiori a 10 milioni di euro mentre nel 2020 bisogna aver registrato un calo mensile medio del fatturato e dei corrispettivi rispetto al 2019 di almeno il 30%. Il contributo spetta a soggetti esercenti attività d’impresa, arte e professione e di reddito agrario, titolari di partita Iva e a enti non commerciali(come quelli del terzo settore) per lo svolgimento di attività commerciali.
La misura però non convince le associazioni di categoria senese. Sia Confesercenti che Confcommercio confermano che, nel territorio, le adesioni ci sono, ma il loro giudizio è perentorio.
“E’ un’elemosina”, significativo il commento del presidente di Confesercenti Siena Leonardo Nannizzi. “Non possiamo andare avanti con qualcosa che di fatto è come una goccia nel mare -prosegue-. Per tante attività la situazione è difficile ed il sostegno che ci arriva è insufficiente. Prendiamo atto che gli annunci scritti nel decreto sono stati ridicoli”. Per fare ulteriore chiarezza Nannizzi riporta alcuni numeri: “Certi sostegni, se calcolati, risultano essere imbarazzanti: un ambulante fattura 100mila e ha avuto una perdita dell’80%, questo può recuperare 5-7mila euro”, e ancora “un negozio al dettaglio con un fatturato di 400mila euro e una perdita del 60% potrà riavere 10mila, il 45”. In sostanza “i dati sono drammatici e parlano da soli, è qualcosa di sconvolgente”, continua Nannizzi che ribadisce “per non essere considerati oltremodo sempre bisognosi di assistenzialismo, chiediamo di poter riaprire e lavorare nel rispetto delle regole. E ‘inutile farci mettere plexiglass e dirci cosa fare se poi dobbiamo stare chiusi”.
Dello stesso parere è la Confcommercio di Siena. Viene valutato positivamente il superamento dei codici Ateco nella concessioni dei contributi, ma l’associazione non può non rilevare il fatto che i ristori sono molto esigui e il decreto “è veramente insufficiente rispetto a quelle che sono le necessità degli esercizi, soprattutto quelli presenti in realtà storiche come possono essere Siena e San Gimignano”.
Intanto Regione Toscana annuncia bandi per nuovi ristori “per le categorie che più sono state penalizzate dalle restrizioni imposte per arginare la pandemia da covid”. Saranno stanziati 25 milioni di euro per aiuti all’artigianato artistico, ai ristoratori (ma anche ai fornitori che stanno a monte), a chi organizza eventi e cerimonie, alle imprese dello svago o a chi, come le palestre, è impegnato nell’attività sportiva e alla filiera del turismo. Priorità sarà data a chi non ha ancora ottenuto gli aiuti, chiarisce la Regione, ” si entrerà in graduatoria in base al calo del fatturato, con perdite di almeno del 30 per cento”. Queste misure, si tratta di ristori da 2500 euro per attività”, così il presidente della Toscana Eugenio Giani e l’assessore al commercio e all’economia Leonardo Marras che aggiungo “i ristori possono alleggerire il disagio di migliaia di piccole realtà imprenditoriali, aiutandole ad affrontare alcune spese fisse e pagare le bollette”.
Marco Crimi