Siamo tutti diversi ma in una situazioni di emergenza quello che ci accomuna è la nostra indispensabilità. Seguendo questa impostazione che la giovane dottoressa ha dato vita al progetto “L’unica differenza sono solo due mani”,oggetto della tesi di laurea in Scienze infermieristiche all’università di Siena. L’iniziativa ha portato alla creazione di un primo corso alle manovre salvavita rivolto a persone con differenti disabilità ed è nato grazie alla collaborazione con l’associazione Siena Cuore Onlus e l’associazione Anffas AltaValdelsa. Si tratta del primo esempio in Italia di inclusione nell’ambito della formazione sul primo soccorso Blsd e le manovre salvavita.
“L’obiettivo primario è formare persone con disabilità nella gestione di un arresto cardiaco- spiega Ylenia Donati-.In Italia oltre 60mila persone sono annualmente colpite da questa patologia. Una criticità che ha reso necessaria la preparazione di più persone possibile, tutti possono fare la differenza nel salvare la vita di una persone. Il mio corso è stato preparato attraverso delle slide in linguaggio Easy to read e si è svolto in due incontri: nel primo ho illustrato ai ragazzi di Anffas il Blsd; nel secondo, insieme a tre istruttori, ho illustrato le manovre di rianimazione con Dae. Varie erano le disabilità presenti tra le persone del gruppo ma alla fine tutti hanno capito come salvare una vita umana, hanno capito i loro limiti e le loro risorse da investire in queste situazioni”.
“Vista la straordinarietà dei risultati abbiamo deciso di presentare la tesi -afferma il Rettore dell’ateneo Francesco Frati-. Queste misure non sono solo per persone con disabilità ma vogliono essere per tutti. Stamani sono presenti tanti soggetti con storie differenti ma con l’obiettivo comune di fornire quelle misure necessarie contro l’insorgere di un arresto cardiaco”. I partecipanti al progetto fanno parte delle oltre mille persone che hanno ottenuto da Siena Cuore la certificazione regionale e nazionale di primo soccorso. “E’stata una grande opportunità – commenta il presidente di Siena Cuore Juri Gorelli-.Siamo convinti di aver fatto qualcosa per la città. Non bisogna fermarsi qui, lo dico da professore dell’ateneo, pochi studenti sembrano essere consapevoli dei rischi di un infarto e delle misure utili a contrastarlo, bisogna educarli già dal primo anno all’università”.
Il lavoro della neodottoressa Ylenia Donati verrà ora riutilizzato, e adeguato per l’attività di formazione vera e propria e standardizzato da Anffas nazionale. “Da 60 anni lottiamo contro le disabilità- commenta la presidente della sezione Alta Valdelsa-. I fondatori erano genitori che lottavano per dare un futuro ed includere i propri figli nella società. Di passi in avanti ne abbiamo fatti , oggi lavoriamo con 16 ragazzi e per loro un corso come questo è rivoluzionario: per la prima volta si potranno vedere come una risorsa”. “Questo progetto è utile ed efficace – conclude l’assessore all’università, Paolo Benini-. Bisogna sensibilizzare sempre di più. Chi si occupa di medicina non può garantire l’immortalità ma la fatalità può essere combattuta, anche attraverso queste idee”.
Marco Crimi