Siena e l’occasione perduta

Così Siena ha perso una grande occasione. Non tanto perché si tratta del compleanno della Regina Elisabetta II, non tanto perché sarà un evento di portata planetaria (ne parleranno i media dal nord al sud del mondo), non tanto perché l’invito arrivava da Buckingham Palace. Non tanto perché già ad elencare questi tre ‘piccoli’ dettagli vengono i brividi… no.
Siena ha perso una grande occasione con se stessa. Non con il resto del mondo.

Facciamo un passo indietro e riportiamo la nota ufficiale diffusa dal Magistrato delle Contrade:

“Nel novembre scorso, come molti ricorderanno, pervenne al Magistrato delle Contrade la richiesta di partecipare alle celebrazioni del novantesimo compleanno di Sua Maestà Elisabetta II, Regina del Regno Unito. Nell’occasione la Deputazione del Magistrato delle Contrade incontrò la project manager della società H Power group, Rebecca Lewis Lalatta, incaricata della realizzazione dell’evento, in programma al Castello di Windsor il prossimo mese di maggio. In riferimento all’invito ricevuto, in quell’incontro furono messe in relazione le necessità e le richieste degli organizzatori con le indicazioni e le “condizioni” da parte del mondo delle Contrade nell’eventualità che quest’ultime avessero partecipato all’evento; condizioni che comunque erano tese al prestigio e al decoro della manifestazione nel rispetto della reciproca soddisfazione. A distanza di qualche mese, e dopo attenta valutazione, la società H Power group ha deciso a malincuore di rinunciare alla rappresentanza delle Contrade, per le ragioni spiegate di seguito dal direttore del programma dei festeggiamenti, Simon Brooks-Ward: la durata complessiva del programma della parata dovrà essere contenuta nell’arco di novanta minuti; pertanto, non è possibile allestire uno spazio temporale minimo sufficiente per rappresentare compiutamente l’idea del Palio storico di Siena. Lo stesso Brooks-Ward ha formulato un sincero ringraziamento per la disponibilità iniziale ad esprimersi a riguardo, rammaricandosi del fatto che la rappresentanza delle Contrade e il Palio di Siena non possono partecipare all’evento. Si chiude così un argomento che ha tenuto alta l’attenzione del mondo contradaiolo e ha fatto parlare molti senesi nello scorso autunno fino ad oggi. Le riflessioni conclusive sono che il Palio e le sue secolari e storiche tradizioni hanno avuto l’onore di suscitare interesse anche da parte della Corte Reale del Regno Unito per un evento di carattere planetario, tuttavia, per motivi sostanzialmente organizzativi ma anche etici, non ci sono state le condizioni per poter nemmeno affrontare la questione – e la conseguente decisione – nelle sedi deputate: le assemblee di Contrada”.

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Lasciamo ai lettori le riflessioni opportune. Noi pensiamo però che questa poteva essere l’occasione per ricostruire una parte di quell’immagine della città che sta andando a rotoli ormai da qualche anno. Sarebbe stata l’occasione per valorizzare il vero patrimonio, unico e inimitabile, che la città custodisce. Sarebbe stato avere il coraggio di guardare fuori come ogni città nel resto del mondo fa, con la differenza che Siena avrebbe mantenuto il privilegio di essere Siena e di mostrarlo a tutti, senza scendere dal piedistallo ma mostrando che la sua unicità ha avuto l’attenzione del mondo in un evento al quale qualsiasi altra città avrebbe pagato pur di esserci. Oltretutto a festeggiare quella Regina Elisabetta che ama i cavalli e che avrebbe reso al meglio l’immagine del Palio nel mondo. Magari mettendo a tacere tanti personaggi in cerca d’autore che si spacciano per animalisti.

Tant’è. Un vecchio detto recitava, con sacrosanta ragione che è come il cane che guarda l’aglio. Non lo mangia e non lo fa mangià. Non si capisce se questo comportamento sia dovuto a una totale assenza di senso della realtà – poco comprensibile perché da almeno quattro anni a questa parte i senesi dovrebbero aver capito – oppure, peggio ancora, ad una volontà precisa. Che è un’ipotesi ancora più drammatica. Eppure, evidentemente, ai senesi va bene così altrimenti reagirebbero in qualche modo. E’ evidente una mancanza di coesione, una unità di intenti che non è mai mancata, nel tempo,  tra i contradaioli quando  del Palio si è parlato fuori. Perché non è tanto il compleanno della regina. Ci saranno altri compleanni, altri eventi, altre iniziative e vedremo se la reazione sarà sempre la stessa. Il problema viene da dentro. Ed è la gara a chi mette il bercio più grosso, a chi condivide prima sui social. Ma è, alla fine, arroganza, avidità, una mancanza di unità tra i senesi (e contradaioli) e la voce che non è più la stessa, sola, che si racconta con amore ma sono tante ed è, di fatto, l’occasione perduta.

God save the Palio

Katiuscia Vaselli