“Si parla di passare dagli attuali 1200 euro annui di mensa ai prossimi 1600, più 400 euro all’anno per un singolo figlio, 800 per chi ne ha 2…”, ed ancora “si deve sentire il grido di allarme di famiglie che stanno subendo una discriminazione, l’istruzione è un diritto, il tempo scolastico è un diritto”.
A scriverlo in una nota è Niko Cinali, cittadino residente a Monteriggioni e portavoce di un gruppo di genitori – 100 famiglie- che non vivono nel Comune di Siena ma che hanno i figli che frequentano le scuole del nostro territorio.
I genitori sono di Asciano, Sovicille, Monteroni d’Arbia, Monteriggioni e Castelnuovo Berardenga. Il motivo per cui i figli frequentano le scuole del Capoluogo? “molteplici: continuità scolastica, legami affettivi fra i bambini. Per lo più si tratta di persone che lavorano a Siena e che per una reale comodità logistica portano i propri figli a studiare a Siena appunto, città centrale ai cinque comuni sopraelencati”, aggiunge Cinali.
Preoccupazione dicevamo è stata espressa rispetto all’aumento di 2 euro, 1/3 in più del costo massimo della mensa giornaliera, per i non residenti. La decisione è stata presa con un atto dirigenziale di fine giugno. “A questo danno si può anche aggiungere che da questo anno scolastico le famiglie non residenti che vogliono usufruire del servizio Scuolabus -ben inteso non si tratta di avere delle fermate dedicate ma di portare i figli alle fermate previste dalle linee Scuolabus del Comune di Siena- dovranno pagare 250 euro annui di tetto massimo senza tenere conto dell’indice Isee più ulteriori 100 euro per un totale annuo di 350 euro”, ha aggiunto Cinali.
“Come famiglie ci siamo mossi per interagire con l’assessore Benini, promotore di questi aumenti, ma la risposta è sempre stata negativa-prosegue-, l’assessore afferma di dovere coprire delle spese e che tali spese, mai specificate nemmeno nell’atto dirigenziale non possono gravare sulle famiglie senesi residenti, dice anche di avere cercato il confronto con i sindaci dei comuni confinanti senza ottenere mai una data utile (i sindaci di tutta risposta dicono di non essere stati contattati da Benini)”, scrive ancora.
“Ci siamo mossi anche nei confronti delle singole amministrazioni, richiamandole ai doveri degli amministratori locali (Tuel art. 30 per esempio), in un primo momento senza avere mai risposte se non dei laconici “fate da soli, magari un ricorso al Tar” e adesso, notizia di un paio di giorni ottenendo la promessa di confronti fra i vari sindaci al fine di cercare di aprire una trattativa con il Comune di Siena per cercare venire incontro alle nostre richieste-prosegue-. Infine stiamo richiedendo incontri con i dirigenti scolastici, richiamandoli al loro ruolo di garante dell’equità scolastica, anche qui risposte molto fredde, almeno per adesso”.