“Anche se l’Oms ha dichiarato che la pandemia è finita il covid esiste ancora e per questo dobbiamo sviluppare nuovi vaccini e anticorpi monoclonali per proteggere anziani e fragili” ed ancora “dobbiamo vincere la sfida contro la pandemia silenziosa della resistenza agli antibiotici” e “dare vita a nuovi vaccini che possano prevenire l’emergere nuovi contagi da virus che possono essere pandemici”.
È Rino Rappuoli che delinea quelle che saranno le sfide future del Biotecnopolo di Siena durante la conferenza che precede la cerimonia di consegna da parte dell’Università della laurea ad honorem allo scienziato senese e ad Anthony Fauci, il virologo più famoso del mondo. Il Biotecnopolo di Siena, ha spiegato ancora Rappuoli, “è una grande opportunità per Siena, per l’Italia e per il mondo” che “genererà tante ricadute positive sulla produzione di vaccini e di monoclonali e di altri medicinali. Ma saranno generate opportunità anche per creare nuove aziende e per dare motore all’economia locale”.
Così, oggi, i “due ragazzi di belle speranze” come li ha definiti il rettore Roberto Di Pietra, diventano due nuovi laureati dell’Ateneo senese e gettano le basi per il futuro radioso delle Scienze della Vita che vede Siena al centro del mondo come forse, spesso a sua insaputa, è sempre stata dai tempi di Achille Scalvo ma mai abbastanza valorizzata in tal senso.
“Quando Rino Rappuoli mi ha chiesto di partecipare nello sviluppo del Biotecnopolo a Siena, chiedendomi di diventare una sorta di consulente scientifico per me è stato naturale accettare. Sono felice di essere qui con voi a Siena per collaborare con un amico ed un collega”, lo scienziato statunitense ha invece esordito così, concentrando poi la sua riflessione nello scetticismo che si è creato negli ultimi anni verso la scienza e verso i vaccini. “Ai giovani chiedo di combattere l’accettazione e la normalizzazione della non verità, perché sono pericolose. Quando le non verità diventano verità, tutta la società ne soffre”, è l’appello di Fauci che poi ha osservato come “in tutto il mondo purtroppo esistono un pensiero e una retorica antiscientifica pericolosa per la scienza e per la società”. “Credo che sia difficile convincere un no vax a farsi vaccinare- ha aggiunto – , però quello che abbiamo imparato è che piuttosto che non considerare le loro ragioni forse l’unico approccio è dargli opportunità di riflessione”.
Il ragionamento poi è virato sull’impatto che la pandemia da covid ha avuto sulle nostre vite. Qui prende parola Rappuoli: “I danni sono stati evidenti- spiega – :nel mondo ci sono stati venti milioni di morti – e senza vaccino ce ne sarebbero stati oltre 40 – . Poi dobbiamo considerare un impatto sociale ed economico. Quest’ultimo è stato di oltre 28 trilioni di euro, pari a dieci anni di Pil italiano e un anno e mezzo di Pil Usa”.
Prosegue Rappuoli: ” L’impatto della pandemia è stato enorme e dobbiamo ammettere che in Italia ci sono stati degli errori all’inizio, perché eravamo impreparati contro un virus sconosciuto. In Italia quando la pandemia è arrivata ci sono stati errori, poi abbiamo iniziato a conoscere il virus ed ad agire scientificamente. Ecco perché dobbiamo essere pronti a combattere agente patogeni ignoti, anche facendo vaccini contro virus che potrebbero essere pandemici. Questo è il modo di essere pronti e non improvvisare”.
Katiuscia Vaselli
Marco Crimi