Siena, il Giubileo si apre con il monito di Lojudice: “Servono prospettive per rilanciare il tessuto economico”

“Dobbiamo cominciare a pensare a nuove prospettive. A come rilanciare il nostro tessuto sociale ed economico. Ed insieme lo possiamo fare. Nessuno escluso”: pungola così le autorità presenti l’arcivescovo di Siena Augusto Paolo Lojudice nella sua omelia durante la messa per l’apertura del giubileo nella nostra diocesi.

L’evento odierno è momento di festa ma anche di riflessione. Lo stesso cardinale ha ricordato le “situazioni difficili” e “dolorose” vissute da molte persone che “rischiano di perdere il proprio impiego” e poi ha salutato una delegazione di una settantina di operai del sito di viale Toselli di Beko, “quell’industria – ha aggiunto- che vuole chiudere lo stabilimento. Ma dietro a cifre e statistiche – ha ammonito – ci sono intere famiglie che vedono un futuro incerto. Non possiamo fare miracoli, ma la Chiesa prova e proverà a restarvi vicino”.

Di qui l’appunto fatto alle istituzioni: “Non è una critica”, chiarisce l’Arcivescovo ma “una presa di coscienza personale e collettiva” affinché “non ci si perda in polemiche sterili” ma “si affrontino i problemi con serietà e costanza”.

I lavoratori della multinazionale hanno preso parte al momento dell’Offertorio. Tutti indossavano la loro pettorina bianca con scritto “Beko in lotta” e “299 motivi per resistere”. Un’altra pettorina è stata indossata da don Carmelo Lo Cicero, parroco di Taverne d’Arbia, che da giorni sta sensibilizzando la sua comunità di fedeli sulla vertenza.

Stamani le celebrazioni per l’Anno Santo si sono svolte in un Duomo gremito da migliaia di fedeli. L’apertura dell’evento è avvenuta con il battesimo di un bimbo di sei mesi al Battistero. Poi c’è stata la processione che da piazza San Giovanni è arrivata fino alla cattedrale.

“Il Giubileo, che terminerà a Siena il 28 dicembre 2025, non è una gita o un gesto scaramantico, ma un’opportunità di rinnovamento personale e spirituale. Papa Francesco ci invita a fare spazio alla speranza, guardando con attenzione al tanto bene che c’è nel mondo”, ha detto ancora Lojudice che poi ha manifestato l’intenzione di voler ospitare nel nostro territorio “gli stati generali sul mondo giovanile. Questa – ha spiegato – è un’idea che ho lanciato ed è da costruire insieme”.

Nell’incipit dell’omelia il cardinale ha parlato poi del rapporto tra genitori e figli: “Talvolta, si evita di far vivere ai ragazzi esperienze di frustrazione o disagio, ma Gesù stesso, prima di essere un maestro, è stato un bambino, un adolescente che cresceva e affrontava le difficoltà. Forse c’è un messaggio importante per noi che siamo educatori – continua-: insegnare ai ragazzi che la serenità non è vivere senza problemi, ma essere stabili e maturi anche in mezzo alle difficoltà. Non possiamo cancellare i problemi, ma possiamo aiutarli a diventare forti come querce che il vento non può spezzare”.

Tra i vari passaggi anche uno dedicato alle contrade che sono, per Lojudice, “forze vive, presenti e caratterizzanti in maniera unica dell’identità di questa città”.

Katiuscia Vaselli

Marco Crimi