Il campo da baseball di Castellina Scalo realizzato quando Bruno Valentini attuale sindaco di Siena ed ex primo cittadino di Monteriggioni arriva all’attenzione del giudice dell’udienza preliminare che accoglie le richieste del pm Antonino Nastasi e rinvia a giudizio tutti e gli otto imputati compreso Valentini. Le accuse sono diverse e legate all’incarico che ciascuno degli otto aveva in quel momento.
I fatti all’attenzione della procura si cristallizzato tra il 2011 e il 2013.
È in quel periodo che secondo il pm il Valentini quale sindaco, Gianfranco Lisi quale presidente dell’asd Siena baseball Monteriggioni , Leonardo Bonini responsabile dell’area tecnica del comune, l’assessore ai lavori pubblici a quel tempo Vincenzo Violetti e Giovanna Vostri dipendente dell’area tecnica “formavano una falsa domanda di partecipazione al bando per il sostegno ad interventi di impiantistica sportiva “. L’accusa è certa che la documentazione riportava la data del 28 febbraio 2011 mentre “in realtà veniva redatta il 12 marzo 2011”.
E in questa inchiesta entra anche Carlo Vieri che al tempo dei fatti era dipendente dell’ufficio sport della provincia di Siena. Deve rispondere insieme a Valentini, Lisi, Bonini, Violetti e Vestirsi aver distrutto “o comunque occultato la domanda presentata alla Provincia con la quale il comune di Monteriggioni chiedeva di partecipare al bando per la realizzazione di un edifico uso spogliatoio agli impianti sportivi di Castellina Scalo”.
Imputati anche Evasio Magliozzi direttore dei lavori e Domenico Gioia direttore di cantiere che devono rispondere insieme al Bonini, al Violetti, alla Vestri e a Lisi di aver “formato una falsa attestazione che il 27 luglio 2013 i lavori di realizzazione del campo da baseball potevano considerarsi ultimati”. Per il pm Nastasi non era vero.
Domenico Gioia deve anche rispondere di frode ai danni del comune di Monteriggioni perché avrebbe fornito materiali non idonei all’impiego. E lo stesso insieme al Bonini e al Magliozzi per il pm dopo che si erano resi conto dell’inidoneità della fornitura avrebbero predisposto una documentazione falsa per una variante al contratto di appalto con triplicazione del prezzo e così facendo avevano indotto in errore il Comune inducendolo a corrispondere 14.481,72 euro anziché 5.486,88. Il Comune si era già costituito parte civile. Ora di tutto questo si dovranno occupare i giudici del dibattimento il prossimo 7 luglio.
Cecilia Marzotti