Siena in lutto per la scomparsa di Cesare Olmastroni

Per tutti era l’Olmastroni. E questo accade quando una persona al di là dei meriti individuali eccelle come un amico amato e rispettato per l’affabile umanità. Cesare Olmastroni è stato un depositario eccezionale degli antichi segreti della pittura di tradizione. Fu l’operoso Interprete di un patrimonio figurativo inscritto incancellabilmente nell’immaginario cittadino. In quanti drappelloni la sua mano esperta ha inciso! E quanti disinteressati consigli! E come vola quella dorata Assunta del suo ultimo! Era fiero Cesare del suo mestiere. Non si contano gli interventi in Palazzo Pubblico. Il suo restaurare sottintendeva sempre un’interpretazione fine e sapiente. Nel giorno tristissimo dell’addio Siena gli rende onore. Ha perduto un uomo generoso , che ha coltivato con purezza la parte più bella di un’eredità che sfida i tempi.

Roberto Barzanti

 

 

Aveva 74 anni Cesare Olmastroni, il grande artista senese, istriciaiolo – ancora più grande perché modesto, sempre di basso profilo – morto questa mattina al policlinico delle Scotte dove era ricoverato da qualche giorno. In lutto la città ma tutta la provincia lo piange perché le sue opere, dichiarate o ‘nascoste’, sono un po’ ovunque.

 

Due Palii dipinti (luglio 1982 e, insieme a Cecilia Rigacci, luglio 2013)  e tanti restauri, soprattutto dentro palazzo pubblico. Compresa la Maestà di Simone Martini. Oltre ai tantissimi lavori per il Comune di Siena, del quale era dipendente, aveva lavorato con le sue mani d’oro di decoratore e pittore per il Duomo senese ma anche per quello di Pienza. E nella sua vita poteva vantare – ma questo non era un modo che gli apparteneva – innumerevoli lavori sull’intero territorio provinciale. Nel 1996 fu insignito della medaglia d’oro, il suo nome figura nell’Albo dei premi del Mangia.

Amante della natura e dei suoi colori, ai quali si rifaceva quando col pennello si metteva al lavoro.

“Il Maestro Olmastroni, per tutti Cesare – commenta il sindaco Bruno Valentini – ha lasciato la sua firma indelebile in opere, lavori e interventi diffusi ed eterogenei che dimostrano quanto sia stato eclettico nella sua attività artistica, sin dal suo apprendistato alla Basilica di San Domenico. Il Palio del 2013, realizzato insieme a Cecilia Rigacci, è stata una delle sue massime espressioni, ma sin dagli anni Ottanta Cesare, da dipendente comunale, si era distinto per i restauri, i ritocchi e i decori che hanno interessato il patrimonio di Palazzo Pubblico e del Museo Civico, i Teatri dei Rozzi e dei Rinnovati”.

“Numerosi i suoi contributi – aggiunge Valentini – nella cura di allestimenti di mostre nei Magazzini del Sale di Palazzo Pubblico e al Santa Maria della Scala, oltre che nelle esposizioni internazionali del Tesoro del Santa Maria. Ha avuto anche il privilegio di riprodurre la Maestà di Simone Martini in una copia fedele che ha permesso di restituire le porzioni corrose dal tempo”.

“Alla famiglia di Cesare, persona sempre preziosa e cordiale – conclude il primo cittadino – le condoglianze e la vicinanza dell’Amministrazione comunale e di tutta Siena”.

PALIO AGOSTO 2013 PRESENTAZIONE DEL DRAPPELLONE

“È doveroso esprimere a voce alta il cordoglio per la scomparsa di Cesare Olmastroni e rendere omaggio a un uomo che ha dato tanto alla collettività senese e meritatamente tanto amato e stimato dalla città. In lui si conciliavano virtuosamente le grandi doti umane della persona, disponibilità, umiltà, generosità, con il valore dell’artista.
Artista tanto capace quanto immune dal protagonismo, Cesare ha insegnato tanto con le sue opere, ma, l’eredità più grande che ci lascia è un modello di vita e di professionalità.
Siamo tra i senesi che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di apprezzarlo e che oggi sono colpiti dalla perdita dell’uomo e dell’artista. Partecipiamo al dolore della famiglia esprimendo sentite condoglianze”.
Commissione Cultura e Scuola del Comune di Siena

 

“L’Accademia dei Fisiocritici partecipa con commozione e costernazione al cordoglio della città di Siena per l’improvvisa scomparsa di Cesare Olmastroni. A lui è grata per averle regalato opere della sua incredibile maestrìa: integrate e funzionali al percorso museale del seminterrato sono esposti la copia di una biccherna dipinta nel XV secolo da Guidoccio Cozzarelli che raffigura una “buca del grano” come quella presente nell’Accademia, un grande pannello scenografico con il panorama settecentesco della zona oggi di Larderello studiata da Paolo Mascagni e una sua personale rivisitazione del logo storico dell’Accademia, mentre la sala del Consiglio direttivo è arricchita da un trompe-l’oeil di una libreria. La copia della biccherna ha un valore aggiunto poiché della tavoletta originale, fino al 1932 custodita in una collezione privata a Londra, si sono poi perse le tracce e oggi ne rimane solo una confusa immagine in bianco e nero, quella servita a Cesare per il dipinto a colori”.

L’Accademia dei Fisiocritici