Si chiama ‘Coast to Costa’ il progetto senese di solidarietà internazionale che vuole portare la pallacanestro nell’area di Grand Bassam, città ivoriana a 50 chilometri circa da Abidjan. “L’idea è nata da me ed Emiliano Cottini, ma subito sono stati tanti gli amici che hanno voluto partecipare”, spiega Filippo Amari, la cui firma è ben impressa sul progetto. “Ormai da anni Emiliano lavora nel campo della collaborazione internazionale, e, quando è tornato in Italia, ci siamo incontrati ed abbiamo parlato di fare qualcosa per il prossimo con il basket: in fondo la cosa è stata molto semplice”.
“Il nostro proposito -continua Filippo Amari- è quello di andare in Costa d’Avorio, a Grand Bassam, e costruire qualcosa che oggi non c’è. Lì ci sono tanti ragazzi e bambini che vivono per strada e sotto il livello di povertà. Noi vogliamo dare a questi ragazzi quei valori che lo sport insegna, valori che poi servono nella vita di tutti i giorni: il rispetto per sé stessi e per il prossimo, integrità morale, solidarietà, lealtà e tanto altro”.
Il progetto, al momento, nasce dalla collaborazione con ‘Communautè Abel’, una comunità nata dal gruppo Abele (Onlus fondata da Don Ciotti nel 1965), e che da quasi 40 anni è attiva sul territorio africano per dare una speranza a tanti giovani. Ad oggi, ‘Coast to Costa’ può vantare, inoltre, partnership con Mens Sana basketball Academy, Giango agenzia comunicazione e La corte dei miracoli.
“Questa sera, giovedì 24 giugno, alla corte dei miracoli si alzerà il sipario su questa iniziativa -spiega ancora Filippo-, con tre eventi per presentare il progetto. Sono molto soddisfatto anche della partecipazione, le adesioni sono già tante, più di quante avrei potuto immaginare”. Infatti alle 18 di oggi è prevista la proiezione del film ‘Yako: funerale di un re Baulè’, a seguire la cena ai sapori ivoriani per la raccolta fondi, ed infine il dj set a cura di Ghighe.
“Adesso iniziamo un percorso di raccolta fondi -continua ancora Filippo-, in modo da programmare il primo viaggio già a novembre. Da lì inizieremo una prima fase di lavoro per la messa in sicurezza dei due campi che già ci sono, e una eventuale messa in costruzione di un terzo campo. La nostra idea è quella di formare noi stessi degli istruttori, in modo da creare una vera e propria società per garantire ai giovani quanto necessario. La nostra idea è quella di portare il cosiddetto ‘know-how’ in Africa: se portiamo la sola aggregazione ma non c’è una struttura dopo un attimo sparisce tutto”.
Infine, Filppo Amari conclude lanciando un appello: “Ogni aiuto è ben accetto, potete contattarci sia tramite l’indirizzo e-mail, sia attraverso i canali Facebook o Instagram“.
Emanuele Giorgi
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