Le stime della produzione di vino nella provincia di Siena e più in generale in tutta la Toscana fanno ben sperare, con un 10% in più quello toscano è l’unico territorio d’Italia a registrare una crescita in quantità. Ma anche per la qualità si annuncia una buona annata: l’andamento stagionale è stato favorevole, l’uva è sana e sarà quindi una bella vendemmia che però parte con qualche giorno in ritardo a causa dell’andamento climatico.
In qualche modo, però, questo slittamento ci fa tornare indietro di qualche anno e ci riporta ad una vendemmia per così dire ‘tradizionale’ che inizia oltre la metà di settembre. Qualche cambiamento però c’è stato ed è evidente, parliamo delle operazioni di raccolta. Negli anni passati, la vendemmia era l’occasione per tantissime persone di ogni età di trovarsi insieme a lavorare e socializzare, era il momento per i ragazzi appena usciti dalla scuola superiore di mettere insieme il primo stipendio. Oggi non esiste più tutto questo, nonostante le richieste delle aziende che ricercano personale. A cosa è dovuto questo cambiamento? “Dobbiamo fare alcune precisazioni– commenta il direttore di Coldiretti Siena, Simone Solfanelli – : da un lato l’occupazione, dall’altro le caratteristiche dei lavoratori. Dai nostri dati su base provinciale emerge infatti, numeri alla mano, che nel 2018 sono state circa 1500 le persone assunte a tempo determinato come vendemmiatori. Il che significa, calcolando un tempo di lavoro che va dai 40 ai 60 giorni, che il settore agricolo e, nello specifico, quello della vendemmia, dà lavoro ogni anno, rapportando su base annua, a circa 250/300 persone. E non sono numeri bassi per il nostro territorio.
L’altro aspetto – prosegue Solfanelli – riguarda le caratteristiche dei lavoratori. Molto si deve al cambiamento delle abitudini. Non sempre le aziende trovano, come un tempo, ragazzi che hanno finito la scuola, studenti universitari o pensionati disposti a svolgere il lavoro di raccolta: questo per molti versi è dovuto alla revisione del sistema dei voucher, che garantivano al dipendente l’equa retribuzione (7 euro all’ora come previsto dal contratto) e rappresentavano al contempo uno strumento agile e certo di pagamento dei contributi e imposte di legge da parte delle aziende. Le nuove modalità di gestione dei voucher sono complicatissime tanto che oramai non sono quasi più utilizzati. Allo stato attuale assistiamo quindi al ricorso ad imprese di servizio che offrono alle aziende un servizio di raccolta completo e per questo emettendo regolare fattura. Ecco come è cambiato il mondo della vendemmia. Da parte di Coldiretti c’è una forte attenzione affinché questi processi rispettino tutti i vincoli previsti dalle leggi in materia sia di lavoro che fiscali e a tale proposito ricordiamo lo scorso anno la firma del protocollo d’intesa con Consorzio della Vernaccia di San Gimignano, Prefettura, INAIL, USL e Organizzazioni Sindacali. Nella pratica a tutte le
aziende associate Coldiretti garantisce gli strumenti necessari per verificare la regolarità delle imprese di servizio che si candidano per la vendemmia e delle procedure adottate, convinti come siamo che un grande vino si ottiene rispettando tutte le regole e le procedure sia agronomiche che enologiche ma anche, e soprattutto, rispettando e valorizzando il lavoro di tutti”.