L’export della provincia senese continua a correre nel 2023 e tocca quota 3,7 miliardi di euro. A comunicarlo è la Camera di commercio sulla base dei dati dei primi nove mesi dell’anno pubblicati dall’Istat .
La crescita è evidente sia rispetto al 2022, +48,4%, sia rispetto alla media regionale. Il Senese, in percentuale, pesa l’8,8% del export regionale. E se vogliamo guardare anche all’intero ambito territoriale, aggiungendo anche Arezzo, si arriva a valere il 27%.
La locomotiva è trainata, come di consueto, dalla farmaceutica. All’estero le vendite in questo settore sono in aumento del 38% rispetto a dodici mesi fa e sfiorano i due miliardi di euro, un valore superiore dell’80,9% rispetto a quello dello scorso anno. I mercati di riferimento in questo ambito sono quelli degli Stati Uniti, della Polonia, del Belgio, del Canada, della Francia e della Spagna.
“Pur in presenza di segnali che sembrano ipotizzare un possibile rallentamento dell’economia italiana nei prossimi mesi, questo 2023 conferma Siena come una delle province toscane più vocate all’export. Un risultato non scontato fino a pochi anni fa”, ha detto il presidente dell’Ente camerale Massimo Guasconi.
Bene anche l’agroalimentare: vale 479 milioni di euro, con il vino che ha dato un contributo pari a 321 milioni di euro. Usa, Germania, Canada (seppur in flessione, ndr.) sono i mercati di riferimento. E dopo la Brexit, che ha portato ad una contrazione per il settore, anche la Gran Bretagna è tornata sulla scena: l’export del vino pesa 16 milioni di euro.
Medaglia d’argento, in termini di esportazioni, per la camperistica: 468 milioni di euro. Ma il -23,6% registrato nel terzo trimestre conferma una fase di rallentamento che si attesta, nei primi nove mesi del 2023, a -30,1%.
“Nonostante la flessione complessiva sono in segno positivo i primi tre mercati del settore: la Germania resta di gran lunga il primo mercato di sbocco con 193 milioni di euro ed una crescita del 36% seguita da Francia con 106 milioni di euro (+58 %) e Gran Bretagna con 42 milioni (+72%)”, ha puntualizzato il segretario della Camera Marco Randellini.
Fra i settori in crescita troviamo: articoli in gomma e materie plastiche (+4%), prodotti della metallurgia (+9,6%), prodotti in metallo (+13%), apparecchiature elettriche (+31,6%), macchinari (+28,5%) e mobili (+9,5%) che, comunque, nel terzo trimestre hanno registrato un’inversione di tendenza che li ha fatti passare al segno negativo (-4,4%).
Fra quelli in flessione figurano, invece, abbigliamento (-25,2%), pelletteria-calzature (-11,3%), legno e prodotti in legno (-6,5%), e altri prodotti lavorazione dei minerali non metalliferi (-15,2%) che, comunque, nel terzo trimestre hanno registrato una variazione positiva del +8,2%.
Anche i prodotti chimici nel terzo trimestre invertono la tendenza negativa mettendo a segno un brillante +65,2% che non consente però di recuperare le perdite accumulate nella prima metà dell’anno: il consuntivo dei primi nove mesi si chiude infatti con una flessione del 10,3%.