Nel 2023 pane, pasta, carne, frutta, verdura e bevande sono costati 636 euro in più per le famiglie senesi rispetto al 2022. L’analisi sui prezzi del carrello della spesa lo ha fatto Coldiretti Toscana sulla base dell’elaborazione dei dati Istat relativi all’inflazione nei dodici mesi appena passati.
Qui in percentuale l’incremento dei costi è di oltre il 10% e ci vede classificare terzi nel ranking stilato dall’associazione di categoria, dopo Grosseto e Livorno.
Tra l’altro il nostro dato riflette quanto emerso in un’indagine condotta dall’Unione nazionale consumatori che evidenzia come, nel 2023, ogni famiglia a Siena ha pagato 1465 euro in più rispetto all’anno precedente (siamo ottavi in Italia, ndr). Letizia Cesani, presidente di Coldiretti Toscana, ha provato a gettare acqua su fuoco: “Gli effetti della discesa dell’inflazione alimentare, che è passata dal 12,2% di inizio anno al 4,4% del mese di dicembre, dovrebbero presto farsi sentire e sono una buona notizia, significativa di un trend che ha invertito la rotta”.
Ma, avverte Cesani, “le nuove tensioni in Medio Oriente, la crisi del canale di Suez, rischiano però di avere conseguenze sul costo dei beni energetici e quindi sui costi di trasporto e di produzione portandosi così dietro nuovi rincari dei prezzi. E’ uno scenario che ci preoccupa molto e che potrebbe rimettere tutto in discussione”.
Ma come hanno gestito gli aumenti dei prezzi i toscani? “Otto cittadini su dieci hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso” affermano dalla Coldiretti che poi cita un’analisi fatta insieme al Censis che, si legge, “evidenzia come siano cambiati anche i luoghi della spesa con il 72% che si reca e fa acquisti nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta, in promozione. Per difendersi le famiglie infatti – sottolinea Coldiretti Toscana – vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Ma anche tagliando gli sprechi che costano, ad ogni italiano, 385 euro a testa”.
“L’emergenza si estende – continua Coldiretti Toscana – alle imprese agricole colpite dagli eventi estremi, 183 quelli nell’ultimo anno in Toscana, che ha ridotto e danneggiato i raccolti e dai bassi prezzi pagati alla produzione che non molti casi non coprono neanche i costi di produzione con il rischio dell’abbandono di interi territori. In questo contesto – conclude Coldiretti Toscana – è importante nel Pnrr l’aumento dei fondi per l’agroalimentare destinati agli accordi nella filiera per salvare la spesa delle famiglie italiane e sostenere l’approvvigionamento alimentare del Paese. Un’occasione unica, che non va sprecata per crescere e garantire una più equa distribuzione del valore lungo la filiera, dal produttore al consumatore”.