A Siena sono aumentate di oltre il 35% le richieste di sostegno rispetto al 2019. E’ quanto emerge dal report Un anno di covid che la Caritas e l’Arcidiocesi di Siena hanno presentato oggi all’ex-convento delle Clarisse, divenuto il centro di ascolto e di coordinamento dell’attività dell’associazione.
I numeri presentati oggi, venerdì 29 gennaio, durante un incontro con la stampa sono stati elaborati dall’Osservatorio diocesano delle povertà. Nell’anno del coronavirus salta subito all’occhio quel +35,7% di persone – rispetto al 2019- che si sono rivolte ad un centro d’ascolto ( da 333 a 452), mentre le persone ascoltate sono aumentate del 49% ( da 277 a 413 in un anno).
Aumentano sia il numero di stranieri che il numero di italiani, sinonimo del fatto che la crisi economica sta colpendo tutti. “Anche se a Siena c’è una solo singola persona che dorme di notte fuori devi porti il problema come comunità religiosa e civile- commenta l’Arcivescovo di Siena Cardinale Augusto Paolo Lojudice-. Non è sempre automatico trovare un caso, e farlo venire al centro d’ascolto. Bisogna recuperare la fiducia che la persona ha perso “.
“Questo è un trend che sta continuando. Nel gennaio del 2021 abbiamo avuto solo nel nostro centro d’ascolto 13 persone, molte di più rispetto ad un anno fa”. Così esordisce Anna Ferretti, responsabile della Caritas di Siena. La paura è che nel 2021, quando finiranno determinati ammortizzatori sociali come il blocco dei licenziamenti, “ci sarà un dramma ancora più grande. L’unica speranza è che riparta il turismo. Se non ritorna il lavoro le persone non riescono più a pagare gli affitti e i condomini – prosegue-. Se prima da noi venivano soprattutto precari, o chi aveva un lavoro a nero, adesso vediamo sempre più persone che magari lavoravano addirittura con un contratto indeterminato, con famiglie a carico e per i quali la risposta da dare è sempre più difficile”.
Cresce anche la richiesta di sostegno alimentare: dal lockdown di marzo fino al 31 dicembre 2020 il numero di famiglie seguite nelle mense ad Arbia, San Miniato e San Girolamo si è più che duplicato passando da 94 a 201. I pacchi viveri sono stati donati a 566 nuclei in tutto il Senese. Dai 3mila euro del 2019 la Caritas diocesana in un anno è passata a spenderne oltre 25 mila. “Non era mai successo, bisogna ringraziare associazioni come la Coldiretti per l’aiuto”, commenta la responsabile della Caritas di Siena. Le spese non bastano più: la Caritas ha sostenuto con 26mila euro chi non può permettersi di pagare debiti, che sono soprattutto bollette.
“La cassa integrazione non arriva e le persone non sanno più come pagare affitto, luce, gas e condominio”, così Ferretti lancia un altro allarme. “Lo Stato deve capire che non si può intervenire solo con i fogli, con documentazioni Isee vecchie di anni – conclude-. La realtà non è quella contenuta nelle loro carte, bisogna intervenire”.
Gli fa eco il presidente della provincia di Siena Silvio Franceschelli. “Per assegnare una casa ci sono ritardi che non vanno di pari passo coni bisogni delle persone. Le nostre strutture come Siena Casa devono affrontare anche queste situazioni”, per Franceschelli occorre quindi “mettere a sistema strumenti come il Microcredito, Siena casa e Terrecablate. Quelle società a capitale pubblico che non vivono solo di profitto, ma anche per dare una mano”.
Katiuscia Vaselli
Marco Crimi
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