Siena, restaurati gli organi del Duomo: intervento straordinario per l’Opera della Metropolitana

Sono stati restaurati gli organi della Cattedrale di Siena. Ed un’operazione del genere non veniva compiuta da 23 anni, dal tempo del Giubileo del 2000.

Allora le fasi di lavoro si distribuirono su un periodo di tre anni, ma ora, spiega in un comunicato l’Opera della Metropolitana che ha sottolineato la determinazione della sua attuale amministrazione, si è portato a concentrato il tutto in soli tre mesi.

Gli organi, fanno sapere dall’Opera della Metropolitana, “si presentava in condizioni d’integrità tali da non richiedere un restauro completo” ma “l’azione congiunta del tempo, dell’inevitabile deposito di polveri e dell’usura delle parti più delicate ha reso necessario un intervento straordinario che ha comportato il completo smontaggio dell’intero strumento”.

L’intervento che si è appena concluso è stata affidata alla ditta varesotta Masciano e si è articolato in quattro fasi distinte, una per ogni corpo di canne. “Considerata l’enorme mole dello strumento, i lavori somigliavano in qualche modo a cantieri edili, dato che in alcuni casi è stato necessario erigere veri e propri ponteggi”, evidenziano dall’Opera del Duomo.

“Con questo intervento, oltre a tutte le azioni di pulitura, rimessa in forma e ripristino di parti non funzionanti, nonché tutela delle numerosissime canne antiche inglobate nello strumento moderno, su progetto dell’organista titolare Cesare Mancini è stato aggiunto un poderoso registro di pedale, la Controbombarda 32’, e sono stati inseriti alcuni effetti ottenibili tramite le attuali tecnologie informatiche”, viene spiegato ancora.

“Di solito si usa dire “l’organo della Cattedrale”. In realtà, per dare un’idea della grandiosità e della complessità di questo enorme strumento si dovrebbe usare il plurale, cioè “gli organi”-viene puntualizzato-. Fino al secondo dopoguerra, infatti, esistevano in Cattedrale ben tre distinti strumenti, dei quali il maggiore, collocato sopra la sacrestia, risaliva addirittura al 1508, con aggiunte che si erano protratte fino all’Ottocento, mentre gli altri due si trovavano rispettivamente l’uno esattamente di fronte all’organo grande e l’altro, di origine barocca romana, accanto alla Cappella del Voto-si legge nella nota-. Fu a partire dal 1958, attraverso una serie di tappe conclusesi nel 1977, che su iniziativa dell’allora organista titolare Giordano Giustarini non solo i tre organi furono ulteriormente ampliati e riuniti tra di loro tramite l’elettrificazione dei comandi di trasmissione, ma se ne aggiunse addirittura un quarto dietro all’altar maggiore, tanto da giungere alla configurazione attuale, che vede ben quattro corpi di canne distinti, azionabili tramite una consolle centrale a quattro tastiere. La trasmissione dei comandi si avvale di un sistema radiocomandato”.