Siena

Siena, sfratti in aumento del 161%. “Serve un piano per l’edilizia residenziale pubblica”

Vertiginosi aumenti sia per i provvedimenti di sfratto, sono 338 – con un +148,5% rispetto all’anno precedente -, che per gli fratti eseguiti, 110 – con un +161,9%: questo è quanto emerge dal dato del 2022 raccolto dal Viminale per la provincia di Siena.

Rispetto al resto della Toscana la situazione appare più tranquilla, anche se l’esplosione dei numeri non è un fattore su cui soprassedere.

A focalizzare l’attenzione sul tema sono sia la Cgil che il Sunia di Siena che evidenziano “la necessità di un nuovo piano casa che incrementi l’edilizia residenziale pubblica commisurata ai bisogni reali dei cittadini” perché pure nel nostro territorio “c’è una ristretta dimensione del patrimonio in affitto privato a costi commisurati ai redditi e l’offerta residenziale pubblica è insufficiente a coprire le condizioni di difficoltà di molte famiglie”.

“A livello locale è necessario un osservatorio sulle politiche abitative che non solo monitori il problema ma che preveda strategie per contrastarlo- recita un comunicato-, come la ricerca di contenitori vuoti da poter ristrutturare e destinare ad edilizia popolare e di alloggi volano ad esempio per il passaggio da casa a casa al momento dello sfratto o per lavori di manutenzione sugli edifici e la creazione di agenzie per la casa per mettere in contatto domanda e offerta (proprietari e inquilini) e incentivare opere di riqualificazione dello stock abitativo destinato agli affitti ”.

Cgil e Sunia poi evidenziano come gli sfratti siano per la maggiore dovuti a morosità incolpevole e questo, spiegano, “mostra l’aggravarsi del disagio abitativo e la difficoltà che sempre più famiglie in affitto hanno nel pagare il canone. Situazione aggravata dall’aumento dei costi energetici e dall’inflazione. A ciò si aggiunge il fatto che il Governo Meloni non ha rifinanziato né il fondo per l’affitto né il fondo per la morosità incolpevole, oltre ad aver tagliato il reddito di cittadinanza che prevedeva una quota per pagare il canone di locazione”

Da qui la richiesta del ripristino e l’incremento di queste risorse  .”Le priorità – aggiungono- sono rifinanziare il fondo di sostegno per l’affitto e il fondo per la morosità incolpevole per un valore di almeno 900 milioni di euro; incrementare l’offerta di edilizia residenziale pubblica di 600mila unità e integrarla con quote di edilizia residenziale sociale; realizzare residenze universitarie pubbliche nell’ambito del diritto allo studio e incrementare il Fondo per gli studenti fuori sede che ad oggi dispone situazione aggravata dall’aumento dei costi energetici e dall’inflazione. per il 2023; rivedere il regime fiscale legato alle locazioni per incentivare al massimo il canone concordato”.

marco crimi

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