Paura per il futuro del nostro agroalimentare. La risposta dei cittadini di Siena è chiara. La guerra commerciale che Donald Trump ha dichiarato alle nostre ricchezze enogastronomiche spaventa tutti. Qualcuno teme che quel dazio aggiuntivo del 25% che gli Stati Uniti metteranno su alcune merci da importazione lo pagheremo noi perché ci sarà un rincaro dei prezzi per i prodotti che acquistiamo qui.
Ad ora la mannaia a stelle e strisce si dovrebbe abbattere sui nostri formaggi.Una situazione che preoccupa visto che, come denuncia la Coldiretti (link qui), alcune aziende sono già al collasso.La stessa Coldiretti aveva manifestato a Roma (link qui) quando il segretario di stato Usa Mike Pompeo ha incontrato Mattarella.”C’è forte preoccupazione anche per i prodotti della provincia di Siena – commentano gli agricoltori – gran parte dei quali sono destinati all’export e l’ipotesi dei dazi getta un’ombra pesante sulla vita delle nostre aziende”.
I grandi vini e oli delle terre di Siena per ora sono salvi e non sono presenti nella lista dell’ Ufficio del Rappresentante per i negoziati commerciali Usa (Ustr) , ma come ha chiarito lo stesso ufficio le tariffe potrebbero essere comunque modificate. Come ha evidenziato il presidente della Camera di Commercio Siena – Arezzo Guasconi queste minacce economiche rendono il mercato internazionale insicuro condizionato da politiche protezionistiche di singoli paesi che superano la logica della domanda offerta. “Purtroppo – continua Guasconi- vengono colpiti settori come quello dei salumi e le aziende casearie”. Come già detto in precedenza anche tra i cittadini di Siena c’è timore per il futuro della nostra realtà economica.
In maniera tutta senese un nostro intervistato ci dice “mi sembra un bel troiaio” per evidenziare il caos che si sta creando. ” Non sarà sicuramente una cosa positiva – ci dice un altro signore-. Mi sembra che in questo momento questa storia dei dazi sia completamente fuori contesto”. Per qualcun’altro invece il problema si deve trova più su delle ragioni economiche. “Mi sembra ci sia un contrasto tra liberismo e protezionismo. O si vende tutto o non si vende niente. Bisogna valorizzare prodotti come quelli senesi”.
Marco Crimi
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