Mps, il sottosegretario Freni: “Operazione e timing del Mef sono giusti”. Male il titolo in Borsa

La cessione del 25% del capitale di Mps da parte del Tesoro “e’ un operazione giusta, con il timing giusto”: sono le parole all’agenzia Radiocor del sottosegretario all’Economia Federico Freni in merito alla dimissione della quota di banca Mps da parte del Mef.

Per il titolo però in Borsa è una giornata difficile: ora sta cedendo più dell’8,07%

Albano (Mef): “L’operazione prova che il governo rispetta gli impegni”

“Il governo Meloni intende rispettare tutti gli impegni. E il risanamento di Mps, con la cessione di azioni della banca senese pari al 25% del capitale sociale, ne rappresenta una prova concreta ed efficace”. È quanto dichiara Lucia Albano, sottosegretario all’Economia e finanze.
“Se l’operazione, dopo un lungo periodo di lavoro, è stata avviata ieri – continua Albano – è anche perché a differenza di alcune previsioni, strumentalmente pessimistiche sull’andamento dell’economia italiana, lo scenario futuro della Nazione è finalmente positivo, grazie a una precisa strategia di sviluppo e di riforme. Lo dimostra anche la bontà di una manovra, che ha confermato misure importanti per il rilancio economico, come il taglio del cuneo fiscale e la riduzione del costo del lavoro. Lo avvalora, infine, il mercato che proprio sulla vendita di Mps sembra aver apprezzato l’operazione, oltre le aspettative”

Fabio: “Grazie a governo la Banca è risorsa per il Paese”

Sul dossier parla anche il sindaco di Siena Nicoletta Fabio che evidenzia come siano “stati rispettati gli impegni presi dal Governo” sulla Rocca. “Durante il lavoro di ‘ristrutturazione’ messo in campo dalla governance – prosegue Fabio – si è parlato spesso di un’uscita graduale dello Stato e del Mef dal capitale della banca. Così è stato con la cessione del 25 per cento. Con la dovuta cautela, abbiamo oggi un’ulteriore conferma che Mps non rappresenti più un peso, ma una risorsa per tutto il paese”.

Uilca: “Si tuteli il futuro dei dipendenti”

L’operazione del Ministero “rappresenta il primo concreto passaggio per l’avvio del processo di privatizzazione, di cui si parla da molto tempo”.

Così Carlo Magni, segretario responsabile Uilca Gruppo e Banca Mps. “Vedremo meglio quali saranno gli sviluppi futuri del progetto, ribadendo tuttavia – ha aggiunto-  la necessità di un pieno coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori in un percorso complesso come quello dell’evoluzione strategica del gruppo, percorso che dovrà avere come base di partenza il mantenimento dell’identità e del marchio storico della banca, del suo insediamento territoriale, del suo attuale perimetro di attività, rifiutando categoricamente ipotesi indirizzate alla parcellizzazione delle stesse”.

“Come Uilca e come sindacato unitario – sottolinea Magni – abbiamo chiesto più volte un coinvolgimento diretto nella gestione delle ricadute sui dipendenti che le scelte future potrebbero comportare, nella consapevolezza delle prerogative spettanti all’azionista di maggioranza. Seguiremo con grande attenzione l’evoluzione del percorso strategico, con la volontà di tutelare integralmente le condizioni normative, salariali e professionali delle lavoratrici e dei lavoratori, come del resto abbiamo fatto in analoghe occasioni. I dipendenti hanno permesso alla banca di guardare al proprio futuro, lavorando con impegno, sacrificio e dedizione. Adesso – conclude – è importante che tale futuro sia garantito anche a loro”.

First Cisl: “No a spezzatini, fondazioni entrino come anchor investor”

Intanto interviene anche First Cisl della Banca che chiede che la cessione non apra “ad uno spezzatino della banca, la cui identità non va diluita in nuove aggregazioni che si risolverebbero in un danno per i lavoratori e per i territori di riferimento”. Mps, dicono Alessia Silvestri, segretaria First Cisl Banca Mps, e Barbara Spezia, segretaria di Gruppo, “non ha bisogno di confluire in un terzo polo per avere un futuro. Anche i risultati dell’ultima trimestrale -continuano confermano che la banca ha raggiunto un elevato livello di redditività e che da un punto di vista patrimoniale è assolutamente solida. Una condizione, quest’ultima, che potrebbe migliorare ulteriormente qualora il verdetto del processo d’appello, atteso il 27 novembre, dovesse riformare la sentenza di condanna in primo grado di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola.

“Per questo – aggiungono – siamo convinti che per Mps è necessaria un’operazione di sistema che crei le condizioni per l’ingresso nel capitale delle Fondazioni di origine bancaria nel ruolo di anchor investor, cui dovrebbe continuare ad affiancarsi il Tesoro con una quota di minoranza. In coerenza con quanto sostenuto nel tempo, politicamente e fattivamente, dalla nostra organizzazione, a tutti i livelli federali e confederali, che ci hanno visti affrontare, non senza sacrificio, anni caratterizzati da scelte spesso sofferte ma dettate dalla volontà di rilanciare la nostra azienda, ribadiamo la nostra più ferma contrarietà a ogni ipotesi di spezzatino o svendita del Monte dei Paschi di Siena”