La violenza. E di qui la vergogna, la disperazione, la consapevolezza di trovarsi in un’aula di tribunale dove le parti (persone a lei sconosciute) le facevano domande su quanto accaduto in quell’ufficio di un noto hotel senese non l’ha fermata. Anzi ha raccontato con lucidità i fatti. Lei, una giovane ragazza che forse per la sua vita difficile e problematica ha trovato il coraggio di denunciare quell’uomo più grande di lei che l’avrebbe ripetutamente violentata sul posto di lavoro per un’altra volta ha risposto dettagliatamente. Non è stato facile ma ce l’ha fatta.
Secondo la Procura che nel 2011 si è trovata a studiare le prima denunce contro l’albergatore (molto noto nella nostra in città e del quale volutamente omettiamo le generalità per esteso pur essendo in corso un processo a porte aperte, lo facciamo per tutelare le presunte vittime), lo stesso prima si era mostrato galante, gentile e scherzoso con quella dipendente alla quale per il suo titolo di studio (diploma in lingue) aveva affidato la reception e l’aveva incaricata di fare le pr per determinati gruppi turistici e poi era successo quello che la ragazza dice di “aver fatto di tutto per non volerlo”.
Ma andiamo per ordine ricostruendo il lungo interrogatorio che per ore stamani al terzo piano del nostro tribunale ha costretto la presunta vittima a sedere davanti al collegio e alle parti. “Lui una volta scesa dalla mia macchina con la quale ero arrivata a lavoro mi spingeva contro la stessa e mi bloccava, poi mi toccava nelle parti intime e alla fine la penetrazione. Ho cercato più volte di respingerlo, non ce l’ho fatta. Mi sono messa in discussione dicendo che se lo avessi denunciato con ce l’avrei mai potuta fare. In fin dei conti io ero nessuno e lui, invece, una persona molto conosciuta in città. Chi mi avrebbe creduta?”.
Spinta dalle domande del pm e del suo avvocato (si è costituita parte civile) continua a raccontare. “Nel 2005 mi ero licenziata perché avevo numerosi e importanti problemi personali. Mi sottoposi ad una terapia di disintossicazione. Durò più del previsto e quando ebbi la certezza della guarigione tornai a lavorare per il dottore. Era il 2011 e da allora e fino al 2012 sono cominciate le violenze. In casa dissi qualcosa, ma non proprio tutto. Così come mi sfogai con il medico che mi seguiva. Ma avevo bisogno di lavorare. Quell’attività era il mio riscatto e mi consentiva una indipendenza economica. Mi recai persino alla Cgil per capire cosa fare”. E alla fine del lungo travaglio questa giovane donna residente nella nostra città trova la forza di aprirsi con una sottufficiale dei carabinieri della pg presso la Procura e sarà proprio quest’ultima a seguire tutte le indagini che oggi hanno portato il conosciuto albergatore senese sotto processo per violenza carnale. Ci vorranno altre udienze per arrivare alla sentenza di prima grado. Con ieri l’istruttoria ha, comunque, già fatto importanti passi avanti.
Cecilia Marzotti