Sinistra Italiana, Antonio Canzano: “Uscirò dal partito come la maggioranza degli iscritti. Fratoianni si dimetta”

“Negli ultimi mesi sia io che la maggioranza degli iscritti, siamo stati spesso in dissenso con le scelte della direzione nazionale del partito. Il mio è principalmente un dissenso politico, ma c’è anche un problema di metodo e di gestione del partito, perché quando un partito non è contendibile la battaglia politica interna non serve a nulla”. Si apre così la nota diffusa dall’ormai ex segretario provinciale di Sinistra Italiana, Antonio Canzano, che ha annunciato infatti la sua intenzione a non ricandidarsi e la prossima uscita dal partito stesso.

“Al congresso fondativo di Rimini del 2017 l’obiettivo era quello di creare un partito di sinistra, autonomo, di lotta e di governo – prosegue Canzano -. Sei anni in politica sono tanti e penso sia doveroso un bilancio, la mia opinione è che quell’obiettivo sia completamente fallito. Il partito elettoralmente non ha mai sfondato, non è mai stato visto come il partito dei lavoratori o delle classi subalterne, e non è neanche riuscito ad attrarre i delusi del Pd. Un partito di sinistra, che vuole essere davvero di lotta e di governo, quando è all’opposizione dovrebbe lavorare per mobilitare le masse, per esempio mi sarebbe piaciuto vedere il segretario nazionale e i deputati eletti in parlamento, col megafono in mano, sostenere e contribuire ad allargare le proteste e le manifestazioni dei percettori del reddito di cittadinanza a cui è stato tolto il reddito, manifestazioni che pure ci sono state, ma che non hanno avuto risalto sui mass media. Non basta opporsi in parlamento e non bastano i post sui social! Quando si è all’opposizione bisogna lavorare per mobilitare le masse che purtroppo non hanno voce e forza per far valere le loro ragioni! E tutto questo a mio parere Sinistra Italiana non lo fa”.

“Un altro punto dolente è la guerra in Ucraina, il partito si è accodato da subito alla narrazione atlantista del “c’è un aggredito e un aggressore”, senza fare nessuna analisi geopolitica, senza esprimere nessun tipo di critica alle politiche degli Stati Uniti e della Nato, senza nessuna analisi sui motivi della guerra. E da quello che vedo dopo venti mesi di guerra la linea del partito è ancora quella dell’aggredito e dell’aggressore, posizione che non da nessun contributo al raggiungimento della pace – si legge -. Dato che il partito fin dalla sua nascita è stato guidato sempre dalle solite persone, visti i risultati ottenuti, Fratoianni dovrebbe dimettersi e con lui tutto il gruppo dirigente! E invece al congresso nazionale del partito, che si terrà a Perugia a fine novembre, si ricandideranno nuovamente alla guida sempre i soliti noti, Fratoiannicompreso, che è il primo firmatario della mozione congressuale. Oltre ai problemi di natura politica ci sono anche divergenze sulla
gestione del partito e mi riferisco principalmente al commissariamento della segreteria regionale di Sinistra Italiana Toscana di qualche mese fa, fatto dalla direzione nazionale del partito. Il partito in Toscana era guidato da una maggioranza che aveva una linea politica alternativa a quella di Nicola Fratoianni, e avrebbe potuto coagulare attorno a sé una maggioranza nazionale alternativa all’attuale gruppo dirigente. Ad oggi a distanza di mesi ancora non si conoscono i motivi del commissariamento. Quindi se nel partito si stava creando un’alternativa all’attuale gruppo dirigente, ma poi è arrivato il commissariamento, devo prendere atto del fatto che il partito politicamente non è contendibile”.

“Ho fatto un esposto su dieci nuovi tesserati, cittadini albanesi che vivono in Albania, almeno quelli con cui sono riuscito a parlare al telefono, inseriti nel database delle iscrizioni l’ultimo giorno disponibile del tesseramento del 2022, che non sapevano di essere iscritti al partito. Il partito nazionale, che gestisce il database delle iscrizioni, è in grado di sapere chi ha effettuato quelle iscrizioni, pertanto ritengo che questa persona dovesse essere almeno sospesa dal partito in attesa dell’esito delle indagini, ma questo non è avvenuto. Penso semplicemente che un partito di sinistra, che fa della questione morale berlingueriana uno dei suoi valori fondativi non può aspettare la magistratura per fare chiarezza su una questione del genere, che ha gettato discredito sul partito – conclude Canzano -. Voglio dire un’ultima cosa, non mi si venga a raccontare la solita filastrocca già sentita tante volte, che in un momento come questo con la destra al governo del paese bisogna stare uniti e non creare divisioni, perché se la destra ha aumentato i consensi ed è andata al governo del paese è anche colpa dell’incapacità politica dei vari Fratoianni & company. Colgo l’occasione per ringraziare tutti i compagni e le compagne che in questi due anni hanno sacrificato tempo e risorse proprie per organizzare iniziative sul territorio, che hanno contribuito a risollevare il partito in provincia di Siena, dove era pressoché scomparso”.