Sono passate poche ore dalla pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee e già si è scatenata una grandissima polemica sui social, dopo che tra le aree individuate spunta la provincia di Siena, per la precisone nel comune di Pienza. Dalla sinistra alla destra, tutta la politica, sia nazionale che locale, ha risposto alla notizia con un appello unanime: “Una scelta sciagurata”. Eppure non è niente di surreale: se la provincia di Siena compare nel rapporto Cnapi è perché la Sogin, l’ente statale deputato allo smaltimento dei rifiuti nucleari, ha condotto delle ricerche accurate per individuare alcune zone dove poter stabilire delle strutture atte al contenimento dei rifiuti radioattivi. Un lavoro che arriva da moltissimi anni di ricerche, accurate, per individuare i terreni adatti a contenere queste strutture. Le analisi sono state condotte secondo quattro criteri, dettati dalla Iaea (Agenzia internazionale per l’energia atomica) e regolamentati dal Decreto legislativo 31/2010, che dispone l’individuazione di aree idonee a contenere i rifiuti radioattivi. Queste strutture devono essere ubicate lontano dai corsi d’acqua, presenza di laghi, oppure vegetazioni come boschi, parchi naturali e siti Unesco. Tutto ciò deve avvenire nel totale rispetto e tutela dell’ambiente, del territorio e delle persone che vivono nelle zone adiacenti.
C’è da chiarire che la provincia di Siena, nello specifico la zona di 178 ettari compresa tra i comuni di Pienza e Trequanda, sono stati scelti come potenziali candidati. Pertanto dovranno adesso essere condotte analisi più dettagliate per individuare il territorio idoneo, fra quelli indicati, dove poter costruire lo stabilimento.
“L’area SI-5 – si legge nel rapporto Sogin – viene proposta come potenzialmente idonea anche per l’immagazzinamento, a titolo provvisorio di lunga durata, dei rifiuti ad alta attività e del combustibile irraggiato provenienti dalla pregressa gestione di impianti nucleari. In accordo con quanto riportato nella Relazione Illustrativa della GT 29: un sito ritenuto idoneo per la localizzazione di un impianto di smaltimento superficiale di rifiuti radioattivi a bassa e media attività sulla base dell’applicazione di criteri di selezione delle caratteristiche chimico fisiche, naturali ed antropiche del territorio quali quelli individuati nella Guida Tecnica può ritenersi idoneo, fatte salve le suddette verifiche, anche per la localizzazione di un deposito di stoccaggio di lungo termine”.
Nel dettaglio sono stati 6 i criteri di valutazione che hanno portato il territorio della provincia di Siena a essere un potenziale candidato, come riportato nella Carta nazionale della aree potenzialmente idonee. L’analisi di dettaglio maggiore è stata eseguita solo sulle porzioni di territorio non escluse dal livello precedente. L’ordine dei livelli di analisi è stato dettato dalla disponibilità, omogeneità e distribuzione areale dei dati utili per l’applicazione dei criteri, oltre che dalla complessità dello studio che doveva essere eseguito per la loro verifica. La successione dei
livelli di analisi è sintetizzata come segue:
1. primo livello: analisi GIS a scala nazionale
2. secondo livello: analisi GIS a scala regionale
3. terzo livello: analisi GIS a scala sub-regionale
4. quarto livello: screening manuale (scala sub-regionale)
5. quinto livello: screening manuale (scala locale)
6. sesto livello: rilievi speditivi sul campo e valutazioni a scala di area
Seguiranno adesso delle analisi più approfondite che verranno condotte in loco per capire quale sia il territorio più adatto a contenere rifiuti radioattivi. Inoltre, va detto che la Sogin è un ente statale che da sempre si occupa del trattamento dei rifiuti nucleari. Tutto questo lavoro viene svolto con meticolosa attenzione e precisione.