Mancan pochi minuti alle 21 e mi trovo alla finestra che dà sul mio rione.
Le vie, come ormai da giorni, sono vuote e fredde e non solo per l’inverno.
Si iniziano ad aprire le prime finestre lungo la via, partono i primi saluti, le chiacchiere e le battute fra vicini e amici che in questi giorni abbiamo rinunciato a vedere.
Poi un rumore, profondo e forte, si sente in lontananza, mi giro verso piazza e innamorato come tutte le volte, riconosco il suono del cuore di ogni senese, quello del nostro Sunto.
C’è anche lui, con tutti noi, a voler cantare in questa strana atmosfera forse per ricordaci dei momenti più caldi e vivi vissuti e farci sognare e sperare in quelli futuri.
“Squilli la Fe’” eccoci, ci siamo, il primo coraggioso della via ha acchitato il nostro inno.
Lievemente, alla singola e chiara voce, accompagnata dal cupo Sunto, si uniscono decine e decine di persone che come d’incanto riscaldano l’atmosfera e l’intera via.
In unico coro, con unica voce si innalza al cielo un grido di libertà e unione, per dimostrare di essere insieme anche se distanti.
Ed è cosi che Siena, nuovamente, si arma e marcia con onore contro l’ennesimo nemico.
Michele Rubini
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