Si sono iscritti in 2500 alle prove di ammissione ai percorsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per l’attività di sostegno didattico agli studenti con disabilità, organizzati dall’università di Siena nella sede di Arezzo, al dipartimento di Scienze della formazione, scienze umane e della comunicazione interculturale.
L’Ateneo ha ricevuto 1510 domande per i 100 posti previsti per il corso per la suola secondaria di secondo grado, 821 domande per i 100 posti per la scuola secondaria di primo grado e 169 richieste per i 50 posti per la scuola primaria. I test preliminari di accesso si svolgeranno il 15 e il 16 aprile presso il Centro Affari di Arezzo .
Per agevolare la frequenza ai corsi, l’Ateneo ha previsto anche un servizio di teledidattica: dalla sede universitaria di Arezzo le lezioni saranno trasmesse in diretta nelle sedi di Siena e Grosseto, attraverso una modalità che permetterà anche da queste sedi di porre domande e interagire con i docenti. Le attività di laboratorio e tirocinio saranno svolte ad Arezzo.
Tutte le informazioni su luoghi e orari delle diverse prove di selezione sono pubblicate nella pagina web www.unisi.it/didattica/formazione-insegnanti/corsi-di-sostegno-formazione-il-conseguimento-della-specializzazio-1 .
Se non fosse stata attivata la modalità di frequenza in tele didattica, gli iscritti di Siena e Grosseto sarebbero stati impegnati in un pendolarismo inconciliabile con gli impegni lavorativi e familiari, precludendo loro, di fatto, la possibilità di partecipare.
“Siamo molto soddisfatti della decisione dell’Università” – spiega Anna Cassanelli, segretaria generale della Flc Cgil Siena – “Ci siamo mossi tempestivamente con i colleghi di Grosseto avviando un dialogo costante con il rettore Francesco Frati, con il professor Emilio Mariotti, delegato del Rettore per la formazione degli insegnanti, con la dottoressa Chiara Roscino, responsabile della Divisione dottorato di ricerca e formazione insegnanti, e con Gabriella Papponi Morelli, presidente del Polo universitario Grossetano. Le iniziative che abbiamo intrapreso come FLC-Cgil (una petizione e un mail bombing) per dare al nostro Ateneo la percezione di quanto fosse sentito e diffuso il problema non avrebbero avuto un esito positivo senza la disponibilità e l’impegno dei nostri interlocutori ad individuare una soluzione al problema che stavamo ponendo”.