Due arresti e quattro obblighi di dimora per traffico di stupefacenti e spaccio in concorso: a tanto ha portato la conclusione dell’operazione condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Siena che hanno sgominato una banda di albanesi – venti persone in tutto – che spacciavano cocaina nei boschi del Senese e dell’Aretino, in particolare tra Sinalunga e Foiano della Chiana.
Un’attività redditizia, l’unica evidentemente per i malviventi, tutti residenti nella nostra provincia. Durante l’indagine, condotta non solo con intercettazioni ma anche con appostamenti notturni nei boschi interessati, i carabinieri hanno ricostruito minuziosamente i passaggi della droga. A cominciare dalla quantità: oltre un chilo al mese arrivava sulla piazza e veniva venduta a 100 euro al grammo ad un centinaio di clienti abituali. Poi i contatti con gli acquirenti, esclusivamente attraverso sms: i pusher davano appuntamento ai clienti nei boschi dove la cocaina veniva conservata occultandola alle pendici di “un albero ricurvo”, così era definito dagli spacciatori come emerso dalle intercettazioni telefoniche. A tradire i malviventi i litigi e le accuse reciproche via telefono dopo che i carabinieri, sulle loro tracce da giugno 2018, avevano volutamente sottratto 220 grammi di droga dal bosco individuato anche tramite localizzazioni Gps. I militari avevano infatti teso il tranello ai malviventi, dopo aver eseguito appostamenti e perquisizioni che avevano portato a trovare droga e materiale per il taglio e il confezionamento.
Nei dettagli, i carabinieri, sulla base delle indicazioni ricavate, sono andati a rintracciare i punti dell’occultamento nei boschi, ricercando il percorso ricostruito mediante strumentazioni tecniche, i sentieri nel bosco, la terra smossa e il famigerato ‘albero ricurvo’ citato nelle intercettazioni ambientali. Una prima volta hanno trovato un barattolo di vetro che aveva contenuto cocaina e che ha eccitato i cani antidroga. In una seconda circostanza i militari rinvenivano una confezione di plastica sottovuoto avvolta da nastro da imballaggio, 200 grammi di cocaina in due panetti e altra confezionata in dosi, occultata dai trafficanti. Venivano eseguiti dei sequestri di cocaina anche tramite i carabinieri di Macerata a carico di un parente di uno degli indagati.
La scomparsa della droga ha agitato gli spacciatori che hanno iniziato a sospettare gli uni degli altri per l’ammanco, creando subbuglio e maggiore esposizione nelle conversazioni intercettate.
La cocaina, proveniente dall’Albania ma anche dal Bergamasco, era pura all’85% tagliata con creatina, il derivato amminoacidico che fa aumentare la massa muscolare. Il passaggio successivo dello spaccio era l’invio del ricavato in Albania, dove il capo della banda si stava costruendo un palazzo. Altre 14 le persone indagate a vario titolo le cui posizioni sono al vaglio della magistratura. Sei le misure cautelari nei confronti di altrettanti cittadini di origine albanese: 2 arresti e 4 obblighi di dimora. L’accusa per quello ritenuto il ‘capo’ del sodalizio criminale, un 28enne residente a Sinalunga, è traffico di stupefacenti; per gli altri 5 spaccio in concorso. In carcere a Siena sono detenuti il 28enne e un 20enne già raggiunto dall’obbligo di dimora e arrestato in flagranza perché trovato in possesso di alcune dosi di cocaina.