Dal Bangladesh con l’esperienza del popolo rohingya Gaza in Palestina per arrivare in Congo, sempre passando da Siena. Il Santa Maria della Scala racconta le esperienze dei medici di Medici senza frontiere con quattro storie da quattro paesi diversi che vengono raccontate grazie alla convergenza di più mezzi di comunicazione e che sono l cuore della mostra transmediale “Spedale Senza Frontiere”.
Il progetto è stato realizzato grazie al contributo di alcuni studenti della XIV edizione del master in Comunicazione d’impresa dell’università di Siena – sotto la supervisione di Lucia Ciciriello e Paolo Bertetti – nell’ambito del laboratorio congiunto QuestIT Lab promosso dall’azienda di intelligenza artificiale Quest-IT, il progetto è in collaborazione con il Comune di Siena, il museo Santa Maria della Scala e Medici Senza Frontiere (MSF).
“Le storie sono state sviluppate in un percorso narrativo che attraversa una pluralità di media e format di contenuto – si legge in una nota-: da un sito web immersivo, ad un chatbot interattivo, da una mostra a delle illustrazioni, dai blog personali ad una serie di video dei personaggi. Un progetto transmediale che offre una fruizione personalizzata e immersiva, con punti di vista diversi, privilegiando la prospettiva dei bambini. La mostra, che sarà aperta a partire dal 20 novembre – prosegue il testo-, ruota attorno alle azioni di MSF e alla ex-funzione ospedaliera del museo del Santa Maria della Scala, le cui mura proteggevano infermi e orfani. Sarà proprio il Museo Santa Maria della Scala ad ospitare la mostra “Spedale Senza Frontiere”, uno degli snodi centrali dell’intero progetto transmediale”.
Tutto sarà reso possibile dal servizio BrainControl Avatar che solitamente viene usato per l’ accesso agli spazi espositivi delle persone con difficoltà motorie. Con la pandemia BrainControl Avatar ha inoltre permesso la furizione degli spazi museali online, per ammirare da remoto i prestigiosi ambienti della storia e le importanti collezioni attraverso un alter ego robotico teleguidato, dell’azienda LiquidWeb.
“Grazie a questo dispositivo, anche persone con disabilità importanti possono fare una visita guidata in un museo” afferma Roberto Zanco, Presidente di LiquidWeb Srl. “Inoltre, in un momento complesso come quello che stiamo vivendo, ripensare a una modalità alternativa di fruizione di musei, chiese e edifici di interesse storico e pubblico può rivelarsi una strategia efficace per consentire l’accesso al nostro patrimonio artistico”.
“Un progetto ambizioso che grazie a questi ragazzi e alle nuove tecnologie, consente a MSF di far convergere la realtà delle nostre missioni in un luogo dove si intrecciano il locale e il globale, da dove partono e nel quale arrivano nuovi stimoli, creando uno spazio di condivisione davvero unico e accessibile a tutti” dichiara Chiara Magni, responsabile del public engagement di MSF.
Lo scopo dell’iniziativa è quello di unire due realtà, una più internazionale, l’altra più localizzata, accompagnando il fruitore in un viaggio attraverso quattro storie, ambientate in alcuni degli oltre 70 paesi in cui MSF interviene. Si va in Bangladesh grazie a Michela, medico di MSF e Bibi, una bambina rohingya, per andare poi in Colombia dove Veronica, ostetrica di MSF si prende cura di Soledad, madre e vedova, migrata dal Venezuela, passando anche per Gaza grazie a con Luca, ortopedico di MSF che si prende cura dei bambini palestinesi, tra cui Salwa, sopravvissuta ad un bombardamento aereo, per poi vivere la storia di Gaia, che da Siena si ritrova in Congo come medico di MSF, nel pieno degli scontri armati.
“Spedale Senza Frontiere è un progetto che mette al servizio della città e non solo, il patrimonio di conoscenze e di competenze che sviluppiamo giorno per giorno all’interno delle nostre aule. In questa iniziativa sono coinvolte due delle imprese più innovative del territorio e un’istituzione come il Santa Maria della Scala, che così tanto ha dato alla storia e alla cultura di Siena” dichiara dice Maurizio Masini, direttore del Master in Comunicazione d’impresa dell’Università di Siena. “E’ con grande soddisfazione che mettiamo al servizio della comunità i nostri studi che si concretizzano attraverso la tecnologia più avanzata” conclude il professor Masini.