“Per quanto riguarda i lavori abbiamo fatto un accordo ben preciso: chi utilizza lo stadio deve contribuire a tenerlo in condizioni di gestibilità” ed ancora “sullo stadio Franchi ci stiamo muovendo per tutelare la comunità”.
Così è intervenuto il sindaco Luigi de Mossi in consiglio comunale dove aver risposto ad un’interrogazione che verteva sulla vicenda. A presentarla è stato Bruno Valentini, consigliere del Pd.
Quattro le domande poste al primo cittadino, e tra queste c’è la richiesta di avere delucidazioni sul motivo per cui, si legge nell’atto ” si è voluto negare l’evidenza che l’impegno della messa in sicurezza dello stadio era insopportabile per qualsiasi proprietà, a meno che non ci fosse la garanzia di una ristrutturazione per fini commerciali. Ipotesi che – recita il testo- è totalmente ferma nonostante i proclami di qualche mese fa”.
“Non abbiamo più la disponibilità economica come c’era in passato- è la risposta di De Mossi -. E’ stata fatta una scelta ben precisa: chi utilizza lo stadio lo deve mettere a norma e in condizioni di sicurezza.
La situazione del Franchi va avanti da tempo immemore. Per quanto riguarda la proroga concessa per i lavori, questa è derivata dall’aumento esponenziale dei costi del materiali, legati anche a quelli dell’energia, avvenuti in maniera sproporzionata. Infine sulla scelta dell’assegnazione del titolo, con il senno di poi tutte le scelte sono opinabili: anche in passato non tutte le scelte non sono risultate positive”, ha aggiunto
Insoddisfatto delle sue parole il consigliere Bruno Valentini. “Il sindaco, nella risposta, ha detto che i soldi non ci sono. Ma gli stessi fondi che lui ha deciso di stanziare per il palazzetto dello sport, che è di un altro proprietario, ci sarebbero stati per lo stadio comunale – così è intervenuto il consigliere parlando alla stampa-. Non sono stati stati utilizzati i fondi del Pnrr per fare un finanziamento pubblico”
Tra i fronti caldi affrontati in aula c’è anche quello si Siena Jazz ed è ancora Valentini a presentare un’interrogazione con tre domande che toccano i nuovi membri del Cda, la Regione, e la richiesta di sapere se il nuovo statuto sia stato inviato al Ministero. “Non sono stati penalizzati gli esperti di cultura musicale. Il sindaco però ha cercato di coniugare esperienze in questo campo con necessarie capacità manageriali dei futuri amministratori. Non si deve infatti dimenticare il ruolo decisivo avuto da questa amministrazione, quale socio fondatore, nel rilevare criticità gestionali e di bilancio e migliorare i principali asset dell’associazione”,
è stata la risposta del vice sindaco del Comune di Siena Andrea Corsi che sul tema di Regione Toscana ha ricordato come essa non si tra inserita tra i soci ma come abbia facoltà di nominare un membro del cda. Infine, sullo statuto, Corsi fa sapere che è stato inviato al Ministero a fine settembre e come ancora non siano segnalate “incompatibilità dello stesso con i requisiti previsti per l’accreditamento statale e il rilascio dei titoli”.
Totalmente insoddisfatto ancora Valentini. “L’amministrazione De Mossi è venuta meno al suo programma visto che aveva detto di non essere intenzionata a reclutare tra i partiti i nominati delle società partecipate- così il consigliere parlando con la stampa -. E aveva detto di rispettare la qualità e la competenza nelle società. Cosa questa che è mancata totalmente in Siena Jazz. Inoltre abbiamo saputo anche che la Regione non ha mai deliberato di essere socia di Siena Jazz anche se lo statuto lo prevede specificatamente. Dunque -continua il consigliere comunale -abbiamo uno statuto dove la Regione è stata nominata a sua insaputa. Infine, e questo, è più grave: il Ministero non dato una risposta in merito al nuovo statuto. Questo significa che il rilascio di titoli accreditati di tipo universitario è nel limbo”
MC