“Le nostre perplessità sulla concessione dei lavori di consolidamento dello Stadio alla società ACR Siena Robur da parte del Comune non sono cosa nuova. L’operazione rappresenta infatti un’anomalia abbastanza evidente dato che lo stadio è di proprietà del Comune, che ha ogni possibilità , sia economica che tecnica, di intervenire in lavori che non sembrano particolarmente onerosi.
Lavori che invece possono appesantire in modo fatale una qualsiasi società calcistica di serie C. È chiaro che l’errore compiuto nel costruire questa operazione assurda sia tutto della giunta De Mossi e in particolare dell’assessore Benini.
Lo stadio è da anni uno specchio delle difficoltà di pianificazione della nostra città : dai tempi del progetto faraonico di Isola d’Arbia ai tentativi di speculazione dei vari presidenti e loro advisors che si sono succeduti, oggi il Rastrello rischia l’inagibilità e Siena questo non se lo può permettere”.
Così in una nota il candidato alle primarie Ernesto Campanini
“Cosa fare allora? È chiaro che i lavori più urgenti di consolidamento devono necessariamente essere realizzati dal Comune. E – secondo noi – dev’essere il Comune stesso a guidare un progetto a lungo termine di riqualificazione- si legge ancora-, attraverso il reperimento di finanziamenti statali ed europei, che non pesino nelle tasche dei cittadini. Le esperienze di altre realtà ci insegnano che stadi funzionali e adeguati al contesto possono essere realizzati senza costi esorbitanti o aree commerciali che, a Siena, andrebbero a minare il già delicato commercio cittadino”.
“Il centro storico andrebbe supportato, non solo agitando in modo strumentale l’esagerata applicazione delle normative nazionali di ordine pubblico che limitano durante le partite il parcheggio e il transito, ma con proposte fattive quali, ad esempio, offrire il trasporto pubblico gratuito in occasione delle partite. Una proposta, quest’ultima, economica ed ecologica che può aiutare tanti cittadini sia ad assistere alla partita della Robur sia a godersi il centro storico senza disagi”, aggiunge Campanini.
“Lo stadio, infatti, non è solo un bene comune con la finalità delle partite di calcio della Robur, ma è il perno di un’area fondamentale della nostra città che comprende la Fortezza, i giardini della Lizza e tutto lo spazio fino a piazza Matteotti, meraviglioso atrio del centro storico. La riqualificazione dello stadio andrebbe quindi inserita in una visione più ampia. Non lasciamolo però fare ad un gruppo ristretto di persone i cui interessi non riguardano la collettività . A rimetterci siamo noi, non loro”, si legge ancora.