L’Assemblea degli Stati Generali di Coldiretti Toscana, con gli agricoltori provenienti da ogni angolo della regione, tra cui oltre 200 imprenditori agricoli della provincia di Siena insieme al Direttore di Coldiretti Siena Simone Solfanelli, è stata l’occasione per incontrare oggi a Firenze il Ministro dell’Agricoltura On. Gian Marco Centinaio. Nella sala rossa del Palazzo dei Congressi, gremita in ogni ordine di posti, il faccia a faccia a mo’ di “question time” dell’agricoltura toscana con il più alto rappresentante di Governo del settore primario. In sala di regia Fabrizio Filippi e Antonio De Concilio, Presidente e Direttore di Coldiretti Toscana. Per l’occasione Coldiretti Toscana ha sottoposto all’attenzione del Ministro un documento con alcuni temi di particolare interesse per il territorio regionale, evidenziando le criticità ed esponendo ipotesi di superamento delle stesse. Tra gli argomenti del documento l’emergenza causata dall’invasione della fauna selvatica ormai fuori controllo; le difficoltà che affliggono le imprese per la mancata semplificazione burocratica che ne sacrifica risorse economiche e scelte imprenditoriali come il ricorso all’assicurazione agevolata per le calamità naturali; la concorrenza sleale del falso “made in Tuscany” che mina la forte propensione all’export dell’agricoltura regionale; le aree marginali con fenomeni di abbandono e degrado idrogeologico ed il ruolo del vivaismo; l’andamento stagionale sempre più pazzo con fenomeni estremi che vanno dalla perdurante siccità alle “bombe d’acqua” con i problemi connessi ad irrigazione e regimazione delle acque; le difficoltà del settore olivicolo che, unitamente ad altre produzioni come quella vinicola, rappresenta da sempre un biglietto da visita per il “made in Tuscany” nel mondo.
“L’incontro con il Ministro è stata l’occasione per un confronto a 360° sui dossier più scottanti dell’agricoltura regionale proiettata a livello nazionale– ha detto Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana – .In primis abbiamo sottolineato ancora una volta come in Toscana la presenza di animali selvatici ha raggiunto una densità insostenibile, tanto che il territorio regionale è ormai divenuto un enorme allevamento allo stato brado. Stime prudenziali – continua Filippi – parlano di oltre 280 mila cinghiali, 200 mila caprioli, 12 mila daini, 4 mila cervi, 3 mila mufloni. Gli ungulati (soprattutto cinghiali, caprioli e cervi) invadono i terreni agricoli e si alimentano a spese degli agricoltori e degli allevatori che, a fronte di danni sempre più ingenti e ricorrenti, trovano talvolta “meno dannoso” porre fine alla propria attività: fuga che genera effetti allarmanti, soprattutto nelle zone più sensibili sotto il profilo produttivo e dell’assetto idrogeologico. Per questo abbiamo espresso la necessità di procedere anche ad una revisione della Legge 157/92 proponendo alcune modifiche specifiche”.
La Toscana, come diverse altre regioni italiane, ospita un patrimonio di lupi significativo (nel 2015 è stata rilevata nel territorio toscano la presenza di 109 branchi per complessivi 600 lupi – ultimo dato ufficiale disponibile) e che la presenza della specie può rappresentare un elemento fondamentale di valorizzazione della biodiversità a condizione che sia circoscritta in habitat idonei ed in un numero di soggetti limitato. In molte aree della Toscana si ravvisa una situazione di emergenza legata anche alla presenza di individui ibridi e di cani domestici inselvatichiti che rischiano, altresì – denuncia Coldiretti – di compromettere la caratterizzazione genetica del lupo.
Per il triennio 2014 – 2016 in Toscana sono state presentate domande di indennizzo, riferite a 1.348 attacchi di predatori agli animali allevati, per un danno che supera i 3 milioni di euro; per l’anno 2017 sono state presentate 590 domande di indennizzo, per un danno di 460.000, riferito unicamente al valore degli animali uccisi. Il danno complessivo, in termini di perdita di reddito per le imprese agricole, può essere stimato in oltre 1,5 milioni di euro.
“Davanti a questo scenario così allarmante abbiamo rivolto un forte appello al Ministro – continua Filippi – per superare la situazione di stallo in cui continua ad essere il Piano per la conservazione e gestione del lupo in Italia presso la Conferenza Stato-Regioni, per il mancato accordo tra le Regioni stesse su parti sostanziali del Piano. E’ ormai improcrastinabile – continua – l’adozione di una politica di gestione a livello nazionale che, attraverso l’immediata applicazione di tutte le misure originariamente previste nel Piano, potrebbe perseguire la preservazione della specie, evitando che questa confligga con attività di allevamento ed in generale con insediamenti umani, con un riequilibrio della presenza del predatore sui diversi territori”.
Ad evidenziare i temi affrontati nel documento anche alcuni interventi tra i quali quelli di Carlo Santarelli, Gabriele Conticini, Vincenzo Tongiani ed il vicepresidente di Coldiretti Toscana Fabrizio Tesi. Quest’ultimo ha sottolineato il ruolo del vivaismo nel recupero ambientale necessario nelle aree colpite da alluvioni ed incendi.
“L’agricoltura toscana è forte orientata a produzioni di alta qualità, tipiche e a denominazione di origine, produzioni che, in una quota consistente, sono destinate all’export. Nei mercati dei paesi extra europei i prodotti toscani subiscono la concorrenza sleale del falso “made in Tuscany”. E’ importante definire con questi paesi accordi commerciali, ben diversi da quelli sottoscritti negli ultimi tempi,– ha detto Antonio De Concilio direttore regionale – in cui siano tutelati i prodotti a denominazione di origine, legando l’azione di tutela ad interventi promozionali per far conoscere ed apprezzare le eccellenze della nostra agricoltura”.
Tra le produzioni simbolo del “made in Tuscany” merita una menzione speciale l’olio extravergine di oliva, un ambasciatore che vola nel mondo. Non poteva mancare nel documento Coldiretti un forte richiamo alla recente manifestazione che ha visto gli agricoltori sotto le finestre del Mipaaf per denunciare gli errori regionali e l’assenza nella manovra di Bilancio 2019, di recente approvata, delle misure necessarie a garantire adeguate risorse al Fondo di Solidarietà Nazionale per far fronte alle pesanti calamità che hanno colpito importanti aree del Paese.
“Abbiamo ribadito al Ministro la necessita di avviare un nuovo Piano Olivicolo Nazionale (“Piano 2.0”) – ha detto Antonio De Concilio – per rilanciare il settore con una strategia nazionale e investimenti adeguati, per modernizzare gli impianti olivicoli, puntando sulle cultivar nazionali che rappresentano il nostro patrimonio di biodiversità (a tal proposito risulta essere di fondamentale importanza il ruolo del vivaismo olivicolo); favorendo lo sviluppo e la sottoscrizione di contratti di filiera”.
L’extravergine di oliva è una delle produzioni simbolo dell’agricoltura toscana che interessa 48mila imprese agricole, per una produzione, nell’ultima campagna, intorno ai 150mila quintali. Un’annata in toscana tutto sommato positiva nonostante l’andamento climatico particolarmente sfavorevole nelle ultime settimane, con il vento forte che ha creato problemi in alcune zone, che ha segnato una ripresa della produzione dopo anni con il segno negativo.
“L’invasione di olio straniero a dazio zero, il falso Made in Tuscany fino ai cambiamenti climatici e gli effetti dei disastrosi eventi estremi – ha concluso Antonio De Concilio – sono solo alcune delle criticità da affrontare per salvare ed anzi rilanciare con forza un settore strategico per la salute dei cittadini, il presidio del territorio, l’economia e l’occupazione”.
Il Ministro Centinaio ha raccolto le sollecitazioni di Coldiretti impegnandosi ad affrontare la questione dei danni di ungulati e predatori, del dossier relativo alle assicurazioni agevolate, garantendo che il Mipaaf farà la sua parte anche per la lotta alle frodi e sofisticazioni nell’olio di oliva esprimendo apprezzamento per l’iniziativa Stop cibo anonimo.