Significativo e struggente è il grido che diventa invocazione “Stefano, uno di noi”. É il saluto che i ragazzi della gradinata rivolgono con calore fraterno a Stefano Lotti: il giovane lottatore di Madonna dell’Acqua che é rimasto nel cuore della città e ne fa parte integrante della storia sportiva e umana.
Si dice che il tempo è galantuomo perché nel suo trascorrere ci fa rivivere, oltre a momenti difficili e negativi, bellissimi ricordi che riemergono incancellabili. La famiglia giallorossa, il 28 febbraio di ogni anno, non può fare a meno di stringersi in un commovente abbraccio ricordando il piccolo-grande alfiere che, con il suo comportamento battagliero, inteso nel senso più alto della parola, dimostrava con lealtà e spirito di sacrificio il suo attaccamento alla maglia e ai colori giallorossi. Quella maglia che non si é tolta di dosso perché deve continuare la sua corsa nei prati celesti insieme a Paolo e Moreno: ragazzi che hanno lasciato un indelebile ricordo di appartenenza alla storia giallorossa, e rimarranno sempre nel cuore di chi ha vissuto quel triste e luttuoso momento.
E se il tempo cavalca gli anni, noi tutti: Società sportiva, amministrazione comunale, sportivi di ogni età, come ogni anno, ci raduniamo presso il Giardino di Stefano, all’interno dello stadio a lui intitolato, per non dimenticare questo legame fatto di ammirazione, amore e tristezza e che ci rende fieri e orgogliosi di quel ragazzo che i tifosi di ogni età, a voce altissima, ogni domenica, ricordano con infinita gioia: “Stefano, uno di noi”.
Uliano Vettori