Giuliano Pagni, una delle colonne portanti di Canale Tre Toscana, cameraman storico, è scomparso improvvisamente il 19 novembre ed ha lasciato un vuoto in quel microcosmo della comunicazione senese che è particolarmente legato ai personaggi che hanno di fatto costruito il giornalismo di questa città. Soprattutto in quelli che lo hanno conosciuto e ci hanno lavorato, tra i quali anche chi scrive queste poche righe, l’addio a Giuliano è stato davvero amaro. Amaro come sempre sono gli addii obbligati a persone alle quali abbiamo voluto bene e che abbiamo stimato. Amaro come sempre accade con le persone che forse in vita non hanno ricevuto da tutti il giusto riconoscimento del valore ma che invece ne avevano da vendere. Come è stato per Paolo Maccherini, per Giulio Pepi, per altri colleghi che dalla penna al microfono hanno fatto per anni la cronaca di questa terra. Giuliano era così, con la risata inconfondibile, con la precisione del veterano, con le battute pungenti, col gottino che quando ci si vedeva magari in Contrada (anche se lui non era della Tartuca come il figlio), o dopo le conferenze stampa gli piaceva bere. Così credo che per ricordarlo sia giusto l’amore di tutti ma, più di tutti, quello di suo figlio Stefano, che tratteggia in modo emozionante la memoria del babbo. Ciao, Giuliano, spero ti garbi anche stavolta quello che ho scritto.
Katiuscia
Il ricordo di mio padre come uomo di televisione o più generalmente di uomo di immagine di cronaca risale addirittura all’ infanzia.
Avevo infatti solo 8 anni quando nel 1977 mi portò a Colle val d’Elsa nei neonati studi di RTS dove nasce davvero la televisione senese, ricordo bene tra gli altri, personaggi come Germano Mazzini e Paolo Cagnoli oltre ad un certo Ludovichi che faceva il TG.
Poi dopo un anno il trasferimento a Siena in un lussuoso palazzo di via Montanini tra piazza Salimbeni e la Torre dei Malavolti, un ambiente bellissimo che io da bambino ignaro immaginavo più come una bella casa che non come uno studio televisivo.
Il grande amore di Papà per la TV tuttavia coinvolse presto anche me e a scuola non parlavo d’ altro, e non scrivevo altro sui miei temi e sui miei pensierini, dipingevo il babbo come un mostro sacro della TV e Canale 3 Toscana come la madre di tutte le televisioni.
Presto divenni la mascotte di tutti i pionieri dell’emittente volendo sempre farmi portare dietro quando mio padre doveva recarsi allo studio, Franco Masoni, Paolo Tozzi, Maurizio Bianchini che io vedevo come i Generali di C3T stimavano molto Giuliano ed io ne andavo fiero.
Il suo vero lavoro quello di Infermiere quasi me lo scordavo anche quando al mattino col buio pesto lo sentivo uscire di casa per recarsi all’Ospedale Psichiatrico.
Di lì a poco altri colleghi divennero cameraman di C3T, come i suoi amici Ilio Bernini e Giulio Crocini, quest’ultimo attualmente ricopre il ruolo di Veterano degli operatori video della TV senese.
Ben presto però le nostre strade si divisero perché il mio interesse virò totalmente sulla vita di Contrada che tuttavia ci dava modo di vederci anche solo incrociando gli sguardi proprio nei giorni del Palio quando passavamo col cavallo attraverso il suo regno, San Martino, cui aveva la postazione alla camera bassa con la preziosa assistenza di Giuliano Ghiselli.
Era nicchiaiolo ma solo da ragazzo aveva frequentato la Contrada, ora il suo senso del dovere di cronaca era andato ben oltre la Contrada dove invece io mi sarei immerso fino al collo.
Non era un giornalista, come detto, ma dei migliori Giornalisti di Siena è stato un vero punto di riferimento; impossibile tacere il nome di Paolo Maccherini col quale erano divenuti il riferimento regionale locale per la RAI3 del Dottor Lucchesi ed anche, più raramente, per la RAI nazionale e Satellitare di cui tuttora aveva in auto un tagliando di riconoscimento da applicare sul parabrezza dell’auto.
Voglio citare a memoria anche altre colleghe croniste che hanno lavorato con lui e gli hanno voluto bene, Viola Carignani, Angela Gorellini, poi altre che non ricordo di nome tutte bionde e carine, gelose del loro “Richard”, come Lavinia e Katiuscia che conoscevo anch’io ed altre con cui aveva intrapreso la via dell’ agroalimentare con servizi enogastronomici in collaborazione con Coldiretti.
Nell’ ultima fase era divenuto un intollerante maestro un po’ di tutti ma sempre pronto alla battuta ed alla sosta dissetante.
Dopo che appese la sua inseparabile Camera BETA in una mensola del suo studio/garage è rimasto sempre in contatto con C3T dando sempre consigli e bordando ironiche critiche ai più giovani.
Quando guardava la TV non perdeva mai occasione per “commentare” in tutti i canali, eventuali difetti di immagine dovuti alla scarsa professionalità dell’operatore video.
Questo è ciò che mi è uscito dalla memoria in questo momento un po’ particolare della vita ma ripensare ai miei trascorsi a fianco del mi’ babbo mi ha fatto bene.
Colgo l’ occasione per ringraziare, a nome anche di mia madre Marcella davvero tutti, non solo i professionisti dell’informazione locale ma tutti quanti ci hanno dimostrato questo affetto e questa vicinanza meravigliosamente oltre ogni aspettativa.
Ciao Babbo, la mia forza sarà vivere nel tuo ricordo.
Stefano Pagni
si ringrazia, per le foto di archivio, Luca Lozzi
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