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Stelle, miti e divinità: perché il 25 dicembre ricorre nei culti antichi

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Per i cristiani di tutto il mondo il 25 dicembre è il giorno in cui è nato Gesù. Ma non tutti sanno che la stessa data riveste importanza anche per molte altre antiche religioni. Il 25 dicembre è indicato come data di nascita di numerose divinità, spesso nate da una vergine, con una vita terrena di 33 anni, dodici discepoli, un tradimento, la morte e una resurrezione dopo tre giorni. Un insieme di elementi che, secondo alcune interpretazioni, rimanderebbe a significati simbolici comuni e alle origini del cristianesimo.

Horus, in Egitto circa 3.000 anni prima di Cristo, sarebbe nato il 25 dicembre dalla vergine Iside-Meri. La sua nascita sarebbe stata annunciata da una stella proveniente da est e da tre re giunti a rendergli omaggio. A dodici anni fu considerato un insegnante prodigio; a trent’anni venne battezzato da Anup. Aveva dodici discepoli, compiva miracoli come la guarigione dei malati e il camminare sulle acque ed era conosciuto come “la Luce”, “il Figlio di Dio”, “l’Agnello di Dio”, “il Buon Pastore”. Tradito da Typhon, fu crocifisso, sepolto per tre giorni e poi risorto.

Sulle pareti del tempio di Luxor, in iscrizioni risalenti a circa 3.500 anni fa, sono raffigurate scene che richiamano annunciazione, immacolata concezione, nascita e adorazione di Horus: Thoth annuncia alla vergine Iside il concepimento; Kneph, identificato come “Spirito Santo”, feconda la vergine; sono presenti l’infante e tre re o magi con doni.

Virishna, nel Medio Oriente, circa 1.200 anni prima di Cristo, sarebbe nato da una madre vergine per immacolata concezione. Alla sua nascita il tiranno dell’epoca avrebbe ordinato l’uccisione dei bambini coetanei. Angeli e pastori presenziarono alla nascita in una grotta. Compì miracoli, come trasformare l’acqua in vino e resuscitare i morti. Fu crocifisso tra due ladroni e risorse dopo tre giorni.

Attis, in Frigia, nel 1.200 a.C., nato dalla vergine Nana il 25 dicembre, sarebbe stato crocifisso, morto per tre giorni e poi risorto.

Krishna, in India, nel 900 a.C., nato dalla vergine Devaki, con una stella dall’est come segno premonitore, compiva miracoli con i suoi discepoli e, dopo la morte, sarebbe risorto.

Dioniso, in Grecia, nel 500 a.C., nato il 25 dicembre da una vergine, fu un insegnante itinerante. Compì miracoli come trasformare l’acqua in vino. Era chiamato Re dei Re, Figlio Unigenito di Dio, Alfa e Omega. Dopo la morte sarebbe risorto.

Mithra, in Persia, nel 1.200 a.C., nato da una vergine il 25 dicembre, aveva dodici discepoli, compiva miracoli e, dopo la morte, fu sepolto e risorse dopo tre giorni. Il giorno sacro a Mithra era la domenica.

Secondo queste interpretazioni, numerosi “salvatori” nati il 25 dicembre, perlopiù da una vergine, avrebbero compiuto miracoli, subito la morte su croci o elementi lignei e conosciuto la resurrezione, presentando somiglianze tra loro.

Tra i profeti indicati con una storia simile figurano:
Tammuz in Mesopotamia; Quetzalcoatl e Huitzilopochtli in Messico; Bacab nello Yucatán; Alcide, Apollo, Ercole e Zeus in Grecia; Marduk e Adad in Assiria; Osiride e Iside in Egitto; Adone in Siria; Odino, Balder e Frey in Scandinavia; Bali in Afghanistan; Baal in Fenicia; Jao in Nepal; Zalmoxis in Tracia; Beddru in Giappone; Issione e Quirino a Roma; Prometeo nel Caucaso; Indra in Tibet; Deva Tat in Siam; Thor in Gallia; Fohi e Tien in Cina.

La spiegazione dei profeti con vite simili

Secondo queste teorie, le spiegazioni sarebbero due.

La prima ipotizza che l’umanità attuale sia erede di una civiltà precedente, scomparsa a causa di guerre o cataclismi, di cui sarebbero rimasti culti e simboli religiosi. Vengono citati esempi come Mohenjo-Daro, in India, dove sarebbero state rilevate tracce di radioattività risalenti a migliaia di anni fa, e gli OOPARTS, oggetti considerati troppo avanzati per l’epoca in cui sarebbero stati realizzati.

La seconda spiegazione si basa sull’osservazione astronomica ed è legata al culto del Sole. Il 25 dicembre segnerebbe simbolicamente la rinascita del Sole dopo il solstizio d’inverno del 21 dicembre. La “stella d’Oriente” sarebbe Sirio, la stella più luminosa del cielo notturno, che il 24 dicembre si allinea con le tre stelle della cintura di Orione, tradizionalmente chiamate “i tre Re”. Questo allineamento indicherebbe il punto dell’orizzonte in cui il Sole sorge il 25 dicembre.

Il Sole raggiunge il suo apice con l’equinozio di primavera, collegato alla Pasqua, quando entra nel segno dell’Ariete. Da qui deriverebbe il simbolo dell’agnello sacrificale. Il 22 dicembre il Sole sembra fermarsi per tre giorni nel punto più basso del cielo, in prossimità della Croce del Sud, per poi riprendere il movimento verso nord. Da qui l’allegoria della morte, dei tre giorni e della resurrezione.

In questa lettura simbolica, i dodici apostoli rappresenterebbero le dodici costellazioni dello Zodiaco, mentre la nascita da una vergine richiamerebbe la costellazione della Vergine. Oro, incenso e mirra sarebbero infine i doni offerti al Sole come auspicio di raccolti e abbondanza.

Duccio Balestracci

Duccio Balestracci, Attraversando l’anno, il Mulino, Bologna 2023