Siena

Stop al bullismo: al via progetto con scuole e società sportive a Colle val d’Elsa

“No al bullismo e al cyberbullismo”: un detto che ormai conosciamo a memoria, ma che ancora non è entrato nella testa di tutti. Lo dimostrano le statistiche mondiali, in cui uno studente su tre, tra i 13 e i 15 anni, ha vissuto esperienze di bullismo.

Per questo motivo la Regione Toscana ha finanziato su bando Giovani Sì, un progetto presentato questa mattina dal Comune di Colle Val d’Elsa, insieme all’associazione Atelier Vantaggio Donna. L’obiettivo è quello di agire sul terreno della prevenzione e dell’emersione della violenza sessista, che oggi assume nuove forme usando i social come mezzo per colpire ragazze in primis, ma anche ragazzi.

“È un progetto che comprende tante realtà del territorio – commenta Alessandro Donati, sindaco di Colle Val d’Elsa -. Crediamo molto nei nostri giovani e riteniamo giusto che portino avanti sani valori, che li aiuteranno ad andare avanti nella vita. Il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo non deve essere sottovalutato e quindi è fondamentale il lavoro di educazione nelle scuole, nelle società sportive o in qualsiasi altro ambito”.

Nel progetto collaborano anche molti istituti scolastici del territorio e le associazioni sportive colligiane. Dunque, ci saranno molte occasioni di dialogo con i giovani in cui verrà data voce alla percezione che hanno del bullismo e del cyberbullismo, aiutandoli a riconoscere tali fenomeni e attivarsi per ricevere o fornire aiuto. Mediante laboratori, saranno affrontati temi come la Rivittimizzazione nei social media, il discorso d’odio, la diffusione non consensuale di immagini intime, lo sfruttamento e le molestie on line, il cyberstalking.

“I laboratori consistono in incontri di due ore – spiega -. Parleremo con i ragazzi delle scuole e delle società sportive. Oltre a parlare della violenza in questi ambienti, parleremo anche della violenza sul web, un fenomeno che negli ultimi anni ha preso piede in maniera importante. Vogliamo arrivare a costruire dei materiali di sensibilizzazione, che possano servire anche al prossimo, in modo che la rete si allarghi”.

Pietro Federici

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