“A Siena la bomba sociale è una certezza”. Non ha dubbi Fabio Seggiani, il segretario provinciale della Cgil, quando affronta il tema dell’emergenza economica che sta colpendo la provincia e che è stata generata dalla crisi pandemica.
“L’impoverimento è evidente e diffuso, la bomba sociale è già ora una realtà e le difficoltà aumenteranno quando finirà il blocco dei licenziamenti e quando molte persone non potranno accedere a lavori stagionali”, prosegue. Con lo scadere del blocco dei licenziamenti, previsto a fine marzo, nel nostro territorio sono molti i lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro tra i 30mila che ora ricevono la cassa integrazione, come spiega il segretario del sindacato. Il rischio tra i vari settori è però differente: “Per alcuni di questi ancora non si vede una ripartenza: basti pensare al turismo e al commercio”.
Seggiani scandisce i numeri della crisi, “non ci sono zone che si salvano: tutta la provincia sta subendo”. Nel 2020 sono state richieste nel Senese, come riporta il segretario della Cgil provinciale, 13 milioni di ore di cassa integrazione e i tra lavoratori che ne hanno fatto richiesta c’è un abbassamento medio di 1500 euro di salario su base annua. “Tra le partite iva abbiamo registrato una flessione occupazionale del 30%. Tra i lavoratori stagionali, con i mancati rinnovi, abbiamo visto un calo occupazionale del 40%”, e ancora “la flessione annuale dell’avviamento al lavoro è stata pari al 30%. Infine ci sono le richieste di disoccupazione che sono calate del 12%, in tanti non hanno potuto accedervi”, sottolinea. Anche a Siena, come in Italia, il conto più salato lo pagano le donne ed i più giovani.
L’emergenza economica però non ha ricadute solo sul lavoro, c’è anche il problema degli sfratti, di cui, a fine giugno, è prevista la fine del blocco. “L’impoverimento complessivo ha generato difficoltà a pagare e grandi morosità – dice Seggiani-.Ci sono state soluzioni ‘tampone’ come il contributo affitti”. Nel 2020 Sunia Cgil ha registrato circa 210 sfratti in provincia ed anche qui la situazione tra i comuni è omogenea. “A Siena però si aggiunge il problema dell’Università con l’incognita della didattica a distanza”, evidenzia Seggiani. La situazione di quest’inizio del 2021 è un chiaro segnale d’allarme: “A febbraio e marzo c’è un evidente recrudescenza degli avvisi di sfratto. In tribunale sono arrivate 72 intimazioni ed un terzo di queste sono per locazioni non abitative, possono essere benissimo negozi ed attività”.
La Cgil di Siena chiede quindi che siano create le condizioni per avere nuovi posti di lavoro, “traducendo in sostanza i fondi europei in arrivo con il Recovery Fund -afferma Seggiani-. Servono idee e non possiamo perdere tempo, siamo già in ritardo”.
L’ultima riflessione è dedicata ad una scheda dell’Inail che analizza gli infortuni sul lavoro denunciati per covid-19( al 31 dicembre 2020 sono 188 a Siena). “Le segnalazioni arrivate alla Cgil sono state basse fino a luglio e l’aumento maggiore c’è stato a cavallo tra 2020 e 2021 – conclude-. Un peso maggiore lo ha pagato chi lavora come oss e nelle Rsa, ma non è secondario il fatto che molte persone si siano infortunate in realtà lavorative desindacalizzate dove mancano dei chiari protocolli di sicurezza”.
Marco Crimi
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