Storia e origine delle uova pasquali

Si percepisce nell’aria, dal tepore, dai prati costellati di margherite e dai rami tutti in fiore: sta arrivando Pasqua e con essa le golose uova di cioccolato! L’usanza di regalare le uova di cioccolata da dove arriva?

Si sa che l’atto di regalare l’uovo risale addirittura al paganesimo, ed aveva una valenza legata alla fertilità e all’abbondanza con un’accezione quasi sacra. Per esempio, presso gli antichi Egizi l’uovo era l’origine di tutto, e rappresentava l’unione dei quattro elementi: aria acqua fuoco e terra. I Persiani si regalavano le uova come auspicio di rinascita a una nuova vita. Il Cristianesimo successivamente, accolse queste usanze riadattandole nella propria ritualità. Nel Medioevo in Germania si diffuse l’uso di scambiarsi uova bollite, colorate con foglie o fiori, come auspicio per la nuova stagione, mentre i nobili se ne facevano fabbricare di oro o di argento. In Grecia si iniziò a regalarle tinte di rosso, in segno della passione di Cristo.

Tornando all’uovo di cioccolato, sembra sia nato alla corte del Re Sole (Luigi XIV), dove però non riscosse molto successo. Poco tempo dopo nel 1725 a Torino dove una tal signora Giambone provò a riempire i gusci vuoti delle uova di gallina con del cioccolato fuso. Nella città sabauda la novità riscosse un grande successo, tanto che nel tempo la tecnica di realizzazione diventò sempre più raffinata, con l’aggiunta delle decorazioni. Benché i Torinesi sostengano che dentro l’uovo fosse tradizione inserire delle figure di zucchero colorate o dei confetti, l’usanza della sorpresa viene forse alla Russia degli Zar.

Alla corte dello Zar Alessandro III, l’orafo Peter Carl Fabergè sul finire dell’800 e gli inizi del ‘900, fu incaricato di realizzare delle uova per la zarina, che oggi sono raccolti in una collezione d’arte. Il primo uovo che era di platino smaltato di bianco, ne conteneva uno d’oro al suo interno, che a sua volta conteneva altri due doni. Se volete sapere che cosa abbinare alle uova di cioccolato, se è cioccolato dolce, accostateci pure un vino passito (se bianco anche un moscato), ma se è fondente beveteci del buon Rhum (non intendo quello con alcol puro ’invecchiato’ col colorante e facilmente reperibile al supermercato, uno di quelli veri!) e sentirete che piacere inebriante. Buona Pasqua a tutti.

 

Stefania Tacconi