C’è chi, a soli diciassette anni, si è imbarcata perché voleva fuggire dall’incubo delle prigioni libiche. C’è chi invece, sfidando le onde del Mediterraneo, è montato su un barcone per poter rivedere la famiglia in Europa.
Sono le testimonianze di alcuni dei migranti che dall’Africa sono venuti a cercare un destino migliore in Europa e che sono stati soccorsi dalla Life Support, la nave di salvataggio di Emergency.
I loro volti e le loro sofferenze sono raccolti negli scatti che l’associazione fondata da Gino Strada porta in una delle due mostre ospitate all’Università per Stranieri. L’altra invece racconta i primi trent’anni di attività. Entrambe sono visibili fino all’8 ottobre.
“A terra ci sono i pensieri, ci sono le idee, le convinzioni, si cerca di analizzare nella maniera più razionale possibile come affrontare questo fenomeno. A bordo la maggior parte dell’attività è costituita da emozioni e da un istinto, quello del salvataggio, per il quale non si può avere dubbi. E quindi chiunque sta a bordo ha ben chiaro che cosa va fatto e che quello è il posto dove essere”.
Parole di Roberto Maccaroni, che della Life Support è responsabile sanitario e che oggi all’ateneo ha parlato della sua esperienza, fatta di vite salvate, durante un convegno che ha inaugurato le esposizioni.
A sostenere convintamente l’iniziativa di Emergency anche il rettore dell’Università Tomaso Montanari.
“Crediamo profondamente che questa sia la missione della Stranieri in un momento in cui per le nazioni e i nazionalismi si torna a uccidere e a morire. Quindi sentiamo con Emergency una forte affinità – ha affermato-. Per di più, oggi parleremo di soccorso in mare in un momento in cui lo straniero viene sentito come nemico. C’è una campagna politica d’imprenditoria della paura che lucra sulla paura dello straniero”.
L’occasione del convegno odierno è stata anche quella di presentare la campagna “Ripudia” e riaffermare i valori dell’articolo 11 della Costituzione, in un momento storico segnato dalla guerra
“Come volontari sul territorio e in questo caso di Siena facciamo due principali attività: partecipare ed organizzare eventi come questo della mostra per raccogliere poi fondi da destinare all’associazione; cercare di portare avanti la cultura di pace”, dice Lorenzo Parini, referente di Emergency Siena.
“Siamo un gruppo piccolo e abbiamo bisogno di un aiuto. Se ci sono volontari che vogliono darci una mano noi ci troviamo ogni primo giovedì del mese da Mondo Mangione, in zona Acqua Calda, oppure ci potete trovare e contattare telefonicamente sulla nostra pagina Facebook”, afferma l’altra referente Simona Sportoletti.
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