
Da parte di Stosa “non vi è stato alcun disconoscimento strumentale” della rappresentanza sindacale aziendale dei lavoratori nominata da Fillea Cgil Siena “ma unicamente una diversa interpretazione della disciplina contenuta” nel contratto di lavoro nazionale “adottato dall’azienda e sottoscritto dalle relative organizzazioni sindacali e datoriali nazionali”, lo scrive l’azienda di Radicofani rispondendo alla Fillea Cgil di Siena.
Il contratto “non prevede espressamente la figura della rappresentanza sindacale aziendale, facendo invece sempre riferimento alle rappresentanze sindacali unitaria in linea con quanto previsto dall’Accordo interconfederale del 20 dicembre 1993 dove, peraltro, all’articolo 8 viene espressamente disciplinata una cosiddetta “clausola di salvaguardia” nella quale le stesse sigle nazionali esprimono un impegno preciso a non costituire più rsa”
Se Fillea Cgil “confermasse la propria interpretazione di ritenere “alternative” le rsu e le rsa, l’azienda si sarebbe riservata di interpellare gli estensori nazionali per un loro parere pro-veritate su tale argomento per poi attenersi alle decisioni dei nazionali. In tal senso, se la risposta sindacale fosse quella di attivare un procedimento giudiziale atto a rimuovere la presunta condotta antisindacale, ritenendo di argomentare la loro interpretazione della norma in esame, l’azienda si difenderà nelle sedi opportune sulla base della predetta posizione”.
Stosa “ha sempre agito nella piena osservanza delle norme e nello spirito del dialogo costruttivo. Rigettiamo quindi con fermezza ogni accusa di condotta antisindacale. Confidiamo che i prossimi passi possano essere compiuti in un clima di reciproca collaborazione e buona fede, nell’interesse primario dei lavoratori, ai quali l’azienda riserva da sempre la massima attenzione e rispetto”.
“Per quanto riguarda l’assemblea, inizialmente la richiesta era stata rifiutata in quanto si faceva espresso riferimento ad un ipotetico “accordo telefonico” che non è mai esistito, oltre al fatto che in quella giornata erano già stati organizzati vari eventi e/o incontri in azienda, per cui Stosa non era in grado di garantire un adeguato svolgimento di tutto se si fosse aggiunta anche l’assemblea sindacale – si legge nella nota. Ciò premesso, in seguito a precisi ed effettivi contatti telefonici intercorsi con l’organizzazione sindacale, si è giunti a un’intesa di massima, recependo che era volontà della stessa sigla, peraltro confermata dalle materie all’ordine del giorno, organizzare l’assemblea prima dei giorni di votazione del recente referendum. In tal senso, proprio nell’interesse della stessa sigla. al fine di favorire la partecipazione dei propri dipendenti, l’azienda aveva suggerito un orario di cambio turno, per cui avrebbe organizzato l’assemblea il giorno venerdì 6 giugno alle 15. Tuttavia, la Cgil ha fortemente criticato tale orario ritenendo essenziale l’orario inizialmente indicato delle 14, per cui, accettando la richiesta sindacale in un’ottica di sana collaborazione, l’assemblea in questione è stata organizzata per il giorno venerdì 6 giugno alle 14 mentre il luogo dell’incontro è rimasto il medesimo di una assemblea precedente, come richiesto dalla stessa organizzazione. La predetta assemblea si è regolarmente tenuta, con la presenza di dieci lavoratori – continua il comunicato-. A tale proposito, tuttavia, intendiamo precisare e sottolineare con assoluta fermezza che Stosa non ha mai posto in essere, direttamente e/o indirettamente, alcuna azione interna volta ad ostacolare lo svolgimento dell’assemblea e/o a ridurre il numero dei partecipanti. Infatti i lavoratori di Stosa sono e restano assolutamente liberi di partecipare e di esprimere le proprie opinioni. La scarsa partecipazione all’incontro pertanto, non può in alcun modo essere attribuita a comportamenti o decisioni aziendali”.