Siena, stranezze in una scuola…

La competizione coinvolge grandi e bambini e se attuata in maniera corretta e civile, soprattutto a scuola, diventa tante volte una bella esperienza. Quanto emerso in un’indagine dei carabinieri della polizia giudiziaria presso la Procura e oggi oggetto di un processo sembra superare però di gran lunga ogni più fervida immaginazione e i più piccoli, almeno stando alle accuse, insegnano agli adulti.
E’ il 2013 quando alcune scuole elementari della nostra città vengono coinvolte in un rally di matematica. Le scuole si sentono lusingate e insegnanti e scolari ce la mettono tutta per superare le prove fino ad arrivare “al gran giorno”. Una classe però fa un test deludente e la loro maestra cerca di rimediare agli errori fatti tanto che i compiti che verranno consegnati saranno perfetti. Naturalmente, sempre secondo le accuse, i bambini non devono assolutamente raccontare nulla ai rispettivi genitori. Un silenzio imposto che ovviamente non verrà rispettato. I ragazzini raccontano e in breve quanto accaduto fa il giro non solo dell’istituto scolastico, ma dello stesso circolo didattico da cui dipende quella scuola. L’insegnante inizia, sempre stando alle convinzioni del pm, a maltrattare e offendere i suoi alunni tanto che viene sospesa un anno dopo i fatti e le denunce presentate da alcuni genitori le spalancano le porte di un’aula penale: è accusata di abuso di mezzi di correzione e di offese ripetute nei confronti degli stessi minorenni. In classe erano oltre 20, ma solo tre famiglie si sono costituite parte civile e sono rappresentavate dall’avvocato Paolo Lorenzini, mentre la maestra è difesa dall’avvocato Maurizio Forzoni. Ieri mattina il giudice ha accolto le prove testimoniali delle parti e rinviato al nuovo anno. Nell’udienza del 2018 verranno ascoltati tutti i genitori.


Cecilia Marzotti

(immagine di repertorio)