“Siamo profondamente dispiaciuti, ma anche danneggiati economicamente. Senza la possibilità di operare, rischiamo la chiusura”: l’allarme è di Enrico Pini Prato, fondatore e direttore di T-Rafting, brand di Aquaterra, una società sportiva dilettantistica che da anni in tutta la Toscana organizza escursioni di rafting, packrafting, kayak e river trekking, dedicate a famiglie e gruppi di amici.
Dal 2017 il gruppo ha iniziato la sua attività anche a Colle Val d’Elsa, nel parco fluviale dell’Elsa. Attività che però si è stoppata quest’anno. Lo stop, secondo Pini Prato, è poco chiaro: “Quest’anno il Comune ci ha comunicato che non potevamo ripartire alla data prevista del 15 giugno. Le motivazioni addotte sono, a nostro parere, molto deboli. Il Comitato tecnico scientifico del parco non ci ha mai convocati né ascoltati. Afferma che ciò che facciamo è dannoso per l’ambiente, ma senza alcun confronto o verifica. Io stesso sono stato docente di ecologia fluviale: se fossi consapevole di arrecare danni, non avrei mai portato avanti questo progetto. Non solo: contribuiamo alla tutela del territorio rimuovendo rifiuti e segnalando criticità. Potremmo essere uno strumento utile per la protezione ambientale, non un ostacolo”.
“Perché nessuna risposta? Perché nessun dialogo?”: si chiede Pini Prato. “Il danno che ne deriva è considerevole – prosegue – per la nostra società sportiva, per la Federazione Italiana Rafting, che non vede tutelata una sua affiliata, per la Regione Toscana, che ha investito in questo progetto, per tutto l’indotto economico locale, per il contratto di fiume dell’Elsa, in cui siamo riconosciuti come stakeholder e co-autori. Una delle azioni del contratto è proprio la promozione del rafting a Colle Val d’Elsa”.
La collaborazione, dicevamo, era iniziata nel 2017 attraverso un patto con l’amministrazione comunale del tempo. “Durante il mandato Donati abbiamo continuato a lavorare, contribuendo alla definizione del regolamento del parco. Nonostante il comitato tecnico scientifico non fosse particolarmente favorevole alla nostra attività, abbiamo sempre operato con trasparenza e spirito collaborativo – aggiunge Pini Prato- . Abbiamo fornito report periodici sullo stato del fiume, raccoglievamo rifiuti e organizzavamo iniziative locali con le associazioni del territorio. Anche in quel caso, abbiamo proseguito il nostro lavoro, pur in presenza di alcune perplessità da parte del Comitato”.
Poi è arrivato il mandato Pii: “Con il recente cambio di amministrazione, inizialmente non ci è stata data alcuna comunicazione formale di interruzione. Abbiamo continuato a operare come di consueto: raccolta rifiuti, segnalazione di situazioni di degrado o malcostume, attività di educazione ambientale -dice ancora il membro di T-Rafting-. Abbiamo lavorato nel pieno rispetto dell’ambiente, con materiali idonei, secondo un codice di condotta definito, e adottando misure di tutela. Non abbiamo operato nei fine settimana per evitare il sovraffollamento del parco. Ed abbiamo iniziato la stagione solo dal 15 giugno, per rispettare i periodi riproduttivi della fauna. Ci siamo attenuti a principi di alta etica ambientale. A Colle Val d’Elsa abbiamo contribuito a costruire una rete turistica rilevante, anche grazie alla collaborazione con operatori del Valdarno e all’inclusione nei circuiti di promozione estera. Alcuni visitatori vengono appositamente per conoscere il territorio tramite le nostre attività di rafting”.
Ed ancora: “Nel 2018 abbiamo realizzato un progetto con Toscana Promozione per la creazione delle “Mappe e sentieri blu”, dedicate alle attività fluviali in Toscana. Questi prodotti sono visibili anche sulla piattaforma “Visit Tuscany” e sono frutto di investimenti significativi”.
Poi però è arrivato lo stop: “La Federazione Italiana Rafting ha avviato un’azione legale per tutelare la nostra posizione – fa sapere Pini Prato-.
Resta anche da chiarire se il regolamento del Parco, usato per bloccare la nostra attività, sia effettivamente valido per il fiume. Siamo disponibili a riprenderlo anche con il Comune. Ma la stagione è breve, e ogni giorno perso ci danneggia ulteriormente”.
MC