Lo stop del Governo allo sconto in fattura, alla cessione del credito ma anche all’acquisto dei crediti da parte della pubblica amministrazione ha messo in allarme i costruttori edili senesi.
Ma Giannetto Marchettini, presidente di Ance Siena, spera comunque in una sorta di compromesso con l’Esecutivo e si auspica che, dopo che si è messa la parola “fine” a queste misure, si arrivi comunque ad un impegno di Roma per portare avanti e risolvere la questione dei crediti incagliati e per mettere in sicurezza quelli che sono gli investimenti in essere.
“Senza un’alternativa ci sarà una grave crisi sociale ed economica per famiglie e imprese senesi”, è l’allarme del vertice dell’associazione di un settore che nel nostro territorio conta la presenza di 580 imprese attive che occupano 2500 addetti.
Per il superbonus 110% è stato fatto il 70% delle domande dei bonus edilizi in provincia di Siena. E sempre rimanendo in questo argomento è lo stesso Marchettini che tiene a precisare che la vicenda si collega in qualche modo anche a quanto accaduto negli scorsi giorni con il terremoto.
“Il mio ragionamento? Ricordo che l’efficientamento dei palazzi è una cosa importante così come il loro rafforzamento-spiega-. Ma con gli effetti di quanto deciso dal Governo non vedremo alcuni progetti, che erano pronti a partire con l’Ecobonus ma che non potranno andare avanti. Conosco situazioni di lavori lasciati incompiuti a fronte di questa incertezza. Mi auguro dunque che il legislatore intervenga in maniera seria”.
Intanto lo stallo degli ultimi mesi sulla misura del superbonus si è riflettuto anche sui numeri delle ore lavorate dalle imprese, che sono una sorte di indicatore della situazione dell’ edilizia locale e che sono stati registrati dall’ osservatorio della Cassa Edile di Siena . “Abbiamo rilevato a fine dicembre un rallentamento delle ore. Questo significa che siamo di fronte alla fine di un ciclo che aveva visto nel 2022 dati che indicavano una ripresa nel settore. A dicembre c’è stato un calo delle ore rispetto a novembre. Dovremo capire cosa accadrà a gennaio anche se temiamo che le misure adottate dal Governo blocchino la crescita. L’altro segnale preoccupante è che percepiamo una difficoltà sulla liquidità delle imprese dovute al blocco della cessione del credito che le ha mandate in affanno”, ha aggiunto Marchettini.
Dalla Regione ha alzato la voce contro il Consiglio dei ministri l’assessore alle attività produttive Leonardo Marras: “Con questa decisione il Governo rischia di mettere sul lastrico piccole imprese e famiglie italiane- queste le sue parole-. Insieme ad altre Regioni, proprio in questi giorni, avevamo chiesto linee guida che consentissero, con adeguate garanzie, di sbloccare la situazione ed aiutare imprese e privati che si trovano in una situazione oggettivamente difficile”. Poi da Marras arrivano due appelli: il primo al Parlamento “affinché riapra la partita della cessione dei crediti fiscali anche concedendo strumenti e garanzie a Regioni ed enti locali per poterli acquistare”, la seconda è ai consiglieri regionali del centrodestra “per aiutare la giunta a far cambiare idea al Governo”.
MC
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