Siena

Suppletive, la strategia di Marrocchesi Marzi: “Sarò la cinghia di trasmissione tra Siena e Roma”

“Voglio essere una cinghia di trasmissione dove gli ingranaggi sono Roma e la mia residenza di Siena”. Tommaso Marrocchesi Marzi, candidato alle elezioni suppletive per il centrodestra, si presenta così mentre parla “a cuore aperto” in un’intervista con Siena News.

Da quando la sua discesa in campo è diventata ufficiale sono passati oltre due mesi, un periodo in cui Marrocchesi Marzi ha battuto, comune per comune, il territorio del collegio Toscana 12 per convincere l’elettorato a votarlo in vista della tornata elettorale di ottobre. “Il mio interlocutore e il mio punto di riferimento sono quelle persone che la mattina si alzano e trovano i cavilli burocratici mentre lavorano, che devono andare a Milano e passano due ore sulla Siena – Firenze o vengono bloccati sulla Siena – Grosseto. Se non si riesce a dare una lettura di superamento di queste difficoltà, questo territorio è destinato a morire”, sostiene.

“Cosa succede se perdo? Ad ora non ho piani b”

Ma intanto che cosa accadrebbe se Marrocchesi Marzi uscisse sconfitto dalla partita del voto? “Vedremo: il mio piano b e non avere un piano b. Questo fa parte della mia genuinità: entro in questo agone e non ho obblighi di partito da seguire”, sostiene il candidato.

 

 

 

“Letta non parla di me? Il Pd ha sciattato il nostro territorio e lui può solo parlare di temi nazionali”

Non mancano le sfilzate allo sfidante, il segretario del Pd, Enrico Letta: “comprendo per quale motivo non abbia parlato di me, capisco la sua difficoltà. Il Pd ha sciattato il nostro territorio ed è giusto quindi che il mio avversario parli di temi nazionali, di ius soli e di come frugare nelle tasche degli italiani. Può parlare solo di questo, anche se i suoi elettori gli hanno chiesto conto di cosa fare con le infrastrutture, con Mps, con la digitalizzazione“. Questa l’accusa di Marrocchesi Marzi che aggiunge: “Faccio l’esempio del ponte delle nove luci: è un manufatto granducale che aveva tre secoli di vita ma che, dal 2012, sta sdraiato sul letto del fiume Orcia. Questa struttura rappresenta simbolicamente quanto è poco attenta alle esigenze quotidiane la sinistra”.

“Manca una lettura strategica di medio e lungo termine di questo seggio di fronte alle carenze strutturali, come i cantieri sulla Siena – Grosseto, ma anche di fronte a situazioni come quella della Banca- continua-. Sono tutte cose che non provocano morti ma uccidono un po’ alla volta il luogo dove viviamo. Credo che poi che Letta abbia difficoltà a collocare sulla mappa geografica strutture come la Galleria di Pari perché non le conosce. Il fatto che comunque ci sia lui( come candidato ndr.) mi permette di generare attenzione su questi argomenti”.

 

 

 

 

“Portare soluzioni a chi investe qui vuol dire portarle anche a chi ci vive”

Capitolo strategie per il territorio, il candidato di centrodestra parte dal polo senese delle scienze della vita: “lo vedo come parte di un insieme più ampio: quello delle intelligenze che si sono a Siena”. Legato alle biotecnologie “c’è il tema del rientro di parte del manifatture nel territorio nazionale: abbiamo già avuto esempi di come fare rientrare capitali e cervelli nel nostro pPaese”, dice Marrocchesi Marzi che però avverte “se non attrezziamo la nostra provincia in modo da renderla  attrattiva allora chi decide di investire qua poi se ne ritorna via”. Per Marocchesi Marzi bisogna quindi agire pensando che “risolvere un problema legato ad una mancata digitalizzazione di un’azienda può portare soluzioni anche ai giovani o alla ‘pensionata di Trequanda’ (la sua versione della casalinga di Voghera ndr.). Non dobbiamo punire le imprese che se ne vanno ma fare si che queste possano rimanere”.

 

 

Infrastrutture. “prima di costruire nuove strade utilizziamo in maniera sapiente quelle esistenti”

Si passa poi alle infrastrutture. Per il candidato di centrodestra “serve un’attenta analisi per capire quale possa essere un utilizzo sapiente” delle vie di collegamento già esistenti. “Banalmente non esiste un piano della trasportistica provinciale mentre invece si parla di portare le scorie nucleari in Valdorcia  e di compromettere certi equilibri del paesaggio con i termovalorizzatori”, attacca. “Il primo punto non è costruire una nuova strada ma utilizzare in maniera sapiente la strada che già c’era” dice Marrocchesi Marzi che poi aggiunge “serve una corretta manutenzione programmata nel medio e lungo termine, non quella ‘tope e buche’ di adesso”.

 

 

Sanità, “tanti aspetti in contrasto tra loro”

“Il tema sanità è molto variegato: ci sono situazioni che contrastano tra loro”, Marrocchesi Marzi vede questo settore come un Giano bifronte: “Il polo delle scienze della vita è una certezza”, ma ci sono anche “i primari condivisi tra gli ospedali di Nottola e La Fratta” e ancora “per gli anziani si è sfruttato le Misericordie e le Caritas e non si sente una voce che parli di un Recovery Plan per il terzo settore e il volontariato. C’è una telemedicina da stimolare, ma dobbiamo digitalizzare il territorio”.

 

“Mps, un’alleanza con un’altra banca per garantire una direzione generale a Siena. Il groviglio armonioso? “Ecco come può essere utile alla città”

“No alla svendita. Ok alla vendita ma no allo spezzatino” di Mps. Questa l’idea di Marrocchesi Marzi sul futuro della Banca di piazza Salimbeni. Per il candidato di FI, Lega e Fdi per l’istituto la soluzione migliore sarebbe “un’alleanza (con un’altra banca ndr.) che mette in comune determinate funzioni come l’anti-riciclaggio o la reportistica ma che lascerebbe un’identità propria ai due alleati e garantirebbe una direzione generale a Siena ed un presidio territoriale ed economico. Si chiama sempre Monte dei Paschi di Siena, anche se il tesoro detiene la maggioranza delle azioni”, ricorda Marrocchesi Marzi che ribadisce “esiste un valore aggiunto dato dalla territorialità di questa banca”.

Il groviglio armonioso è nel Dna della città“. Non è una cosa bella da dire per Marrocchesi Marzi che però fa sua un’ipotesi: “se un domani la Fondazione avesse una partecipazione adeguata, anche più consistente dell’attuale, la Banca fosse in condizione di essere un competitor efficiente sul mercato finanziario e il nuovo istituto facesse ricadere, grazie a FMps, risorse sul territorio, non per generare consenso, ma per generare una crescita sociale dell’economia allora noi avremmo l’eccezione più bella del groviglio armonioso”.

 

Katiuscia Vaselli

Marco Crimi

 

 

 

 

 

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