“Mi sono candidato per superare gli steccati che ci sono in Toscana. Il mio è un tentativo di unire questa Regione”. Enrico Letta, candidato del centrosinistra alle elezioni suppletive e segretario nazionale del Pd, nella sua intervista a Siena News con il direttore Katiuscia Vaselli, si è dato questo motivo quando parla della sua discesa in campo.
“Il motivo per cui mi sono candidato”
“Dobbiamo seminare molto in prospettiva per questo territorio”, afferma Letta che poi rivendica: “mi candido senza paracadute perché la politica deve essere chiarezza. Ho sempre visto Siena con grande invidia. Ci sono tante opportunità, ma anche tante criticità che però possono essere utili per il futuro-ammette-. Questa città, per molto tempo, è stata autosufficiente, ma adesso è un po’ isolata, io cercherò di connetterla. Bisogna creare connessioni e collegamenti. Io mi metto al servizio di Siena”. Nella Toscana del sud “ci sono territori molto vasti che devono essere messi in comunicazione: basti pensare alla percorrenza da Radicondoli a San Casciano dei Bagni ,è un viaggio”, evidenzia il segretario dem.
La campagna elettorale
Dopo il preambolo Letta si concentra sull’argomento della campagna elettorale. “Dopo essere stato presidente del consiglio ho abbandonato la politica -spiega-. A marzo sono tornato in una fase di ricostruzione con Draghi premier. Ho avuto la percezione che anche io dovevo dare il mio contributo. Ai cittadini chiedo un voto rispetto a quello che sto facendo. Ho molte ambizioni e non uso slogan. Sono venuto qui per fare cose utili per la Toscana in generale”.
“Il problema del campanilismo”
Si passa poi a parlare dei problemi della Toscana. “La Regione è conosciuta in tutto il mondo, ma non sfruttiamo il nostro marchio – dice l’ex-professore-. La colpa? Probabilmente del nostro campanilismo. C’è lo hanno anche gli emiliani- romagnoli, ma per loro è semplice folklore: quando c’è bisogno sanno fare sistema, a prescindere dalle città. A noi questo non riesce, ma non c’è lo possiamo permettere: rischiamo sennò di diventare un messo a cielo aperto”, prosegue.
Mps
Ovviamente non può mancare l’argomento Mps: “la responsabilità è diffusa – chiarisce Letta-, non è solo del Pd”. Di questo Letta ha anche parlato alla Cna. “Si è creata una condizione più favorevole rispetto a quella post-stress test. Se la politica rema tutta nella stessa direzione Mps può restare ancorata al suo territorio e alla Toscana, può lavorare bene con le Pmi e Siena può rimanere centrale – ha detto-. Abbiamo posto un’asticella fatta di 4 punti fondamentali (difesa dell’occupazione, unità della Banca, il ruolo di Siena, la forza del marchio, mantenimento presenza dello stato in una fase di accompagnamento successiva ndr.). Se Unicredit non toccasse quest’asticella allora non sarà lei la soluzione , ma potrebbero esserci altri possibili interlocutori – continua-. In questo mese e mezzo, successivo agli stress test della Bce, si è evoluta una consapevolezza collettiva: per rendere serio il futuro della banca c’è bisogno di un investimento pubblico. Non c’è la dinamica del ‘si salvi chi può” su Mps come era a fine luglio.
Infrastrutture
Capitolo infrastrutture. “Siena è l’unico capoluogo toscano che non è connesso ad una ferrovia ad alta velocità- sottolinea Letta-, ci sarà da risolvere questa questione. Bene la conferma dei finanziamenti per la Cassia, ma restano da sciogliere altri nodi, come la Siena -Grosseto”.
La cultura
La chiosa è sulla cultura che ha tre fronti: quello del Santa Maria della Scala, “ieri il ministro Franceschini ha comunicato al sindaco De Mossi che una commissione internazionale sta valutando la figura di un direttore; la possibilità di collaborazione tra i musei senesi, “come Pinacoteca e Santa Maria”; infine “lavorare su un ulteriore raccordo tra Franci, Chigiana e Siena Jazz per rafforzare la città come capitale della musica”, dice ancora Letta. “La nomina dell’architetto Nannetti come Soprintendente è una bellissima notizia”, conclude.
K.V.
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