Suvignano, Giani: “In Toscana investimenti della mafia nella ristorazione e nel turismo, dobbiamo combatterli”

“In Toscana è impressionante come la mafia abbia un patrimonio di così tanti miliardi. Oggi la mafia si insinua in modo carsico in quelli che sono gli acquisti di proprietà immobiliari, negli investimenti in settori come la ristorazione, i rifiuti e il turismo. La criminalità organizzata c’è e noi dobbiamo combatterla nei nostri comportamenti quotidiani”.

È intervenuto così Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, all’evento “Nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili” organizzato dall’Arcidiocesi di Siena a Suvignano. “Oggi, 9 maggio, voglio ricordare Moro, Livatino e Impastato. Le vite di queste persone ci ricordano che ognuno di noi deve essere scudo attivo contro l’illegalità”, ha continuato.

Ad un anno dalla sua beatificazione è stata celebrata la figura di Rosario Livatino con un’iniziativa a cui hanno partecipato gli studenti delle scuole del territorio senese. L’evento si è svolto nel luogo simbolo della lotta alla mafia in Toscana .La riflessione del Cardinale Lojudice, arcivescovo di Siena,è iniziata con un excursus sulla scomunica ai mafiosi di Papa Giovanni Paolo II nella valle dei Templi. “Fu un momento di grande forza. E la Chiesa si schierò con i più deboli in un momento in cui la debolezza veniva schiacciata”. Il Cardinale ha ricordato poi l’incontro tra il Pontefice e i genitori di Livatino e ha sottolineato come il magistrato “partiva dai suoi insegnamenti di fede, insegnamenti che si è portato dietro ogni giorno”. Ancora il Cardinale, rivolgendosi agli studenti presenti: “Non dobbiamo abituarci. Viviamo in Toscana e non siamo immuni alla criminalità organizzata. Non dobbiamo fare finta che la mafia non ci sia, ma dobbiamo unirci e sostenerci per poter realizzare qualcosa”.

A Luciano Constantini, presidente del tribunale di Livorno, è stato invece affidato il ricordo di Paolo Borsellino. I due lavorarono insieme a Marsala. Constantini ha tracciato la figura del giudice “uomo e non eroe”. Un uomo che, ha spiegato, “aveva paura, come tutti noi. Ma aveva il coraggio di superare la paura di fronte a valori non negoziabili: libertà, uguaglianza, la ragione da preferire ad ogni forza di violenza”. Se Borsellino fosse una figura mitica per Constantini sarebbe stato Ettore di Troia, “un personaggio che sapeva di combattere un guerriero Invincible come Achille- ha aggiunto-. Ettore però non si è tirato indietro, così come Borsellino, e Falcone, non potevano sottrarsi alla violenza della mafia”. Constantini inoltre ha raccontato vari episodi vissuti con Borsellino.

”Mi domando quale nazione stiamo consegnando a questi ragazzi. In questo Paese si sono susseguite deviazioni, eventi creati ad arte e depistaggi per non toccare determinati poteri. Non so se abbiamo passato questa stagione, ma non ce ne libereremo se non cercheremo la verità, facendo il nostro dovere come hanno fatto magistrati come Livatino”, ha detto l’assessore regionale alla legalità Stefano Ciuoffo.

“Ai giovani bisogna ricordare che c’è una parte di Stato che si riconosce nella Costituzione ed un altro Stato che invece è deviato. Questo ultimo Stato va contestato”, ha tuonato il referente di Libera Toscana Andrea Bigalli. Durante la giornata sono interventi anche Giovanni Sordi, Ente terre Toscana, di Giovanni Mottura, amministratore di Suvignano e del Prefetto di Siena Maria Forte.

Katiuscia Vaselli