Tende pro Palestina, Montanari agli studenti: “Trattarmi come un assassino non è il metodo per aprire un dialogo”

“Se vogliamo discutere ci sono, purché ci sia il rispetto reciproco. Sentirsi trattare da assassini non è il modo per aprire un dialogo”.

Non si placa Tomaso Montanari ed oggi esprime una posizione forse ancor più dura nei confronti dei membri del Comitato Siena per la Palestina. Al rettore dell’Università per Stranieri di Siena non sono ancora andate giù le parole contenute nella lettera che gli studenti gli hanno inviato lo scorso lunedì.

“Hanno scritto che facciamo esercitazioni militari con l’esercito italiano. Non è vero e sentircelo dire è molto grave. Abbiamo letto sciocchezze come l’essere complici dell’occupazione a Gaza”, ha continuato.

Il suo ateneo tra l’altro ha dimostrato l’ impegno per la Palestina anche oggi pomeriggio, ospitando la prima nazionale di “Gaza ora messages from a dear friend”.

Il progetto è di Ruth Lass e Jonathan Chadwick, prodotto da Az Theatre di Londra. Quattordici persone hanno letto le testimonianze e i resoconti degli ultimi mesi di guerra del regista Hossam al-Madhoun, spettatore diretto di quanto sta accadendo nella città palestinese. Dopo Siena l’opera sarà ospitata in altre città italiane, tra cui Bologna, Firenze, Napoli, Roma, Genova e Milano.

“Il filo rosso è la vicenda di Hossam che, separato dalla figlia che studia a Beirut, deve affrontare l’imprevedibile quotidiano insieme alla moglie e all’anziana madre”, spiegano gli organizzatori. Ogni passaggio dei “bollettini” che vengono narrati nell’aula Virginia Woolf sono come un cazzotto nello stomaco: ne esce fuori una quotidianità fatta di morte, paura, minuti e ore scanditi dai bombardamenti.

“Cinquantacinque anni ho vissuto su questa terra e sono stato testimone di null’altro che violenza, prigione, morte, sangue, bombe, bombardamenti aerei, embarghi, restrizione di movimenti, nessuna speranza, nessuna sicurezza”, scrive Hossam.

“Perché permettiamo il massacro di migliaia di donne, anziani e bambini da parte di uno Stato che si dice democratico e che invece si macchia di crimini di guerra e contro l’umanità? – si è chiesto  Tomaso Montanari – Questo ha a che fare con i nostri pregiudizi e la nostra incapacità di vedere l’altro”.

“Come sapete il genocidio di Gaza ha toccato un nuovo livello. Siamo assistendo ad una nuova escalation del genocidio. Nessuno sembra fermare Israele”, così invece Jonathan Chadwick, regista di Gaza ora messages from a dear friend”. “Era importante partire da Siena e da un’Università. Nelle ultime settimane l’attenzione del mondo si è concentrata sulle proteste degli studenti”, ha concluso.

Marco Crimi